Kiev sull’orlo della capitolazione. Il mondo in piazza per l’Ucraina ferita
Alessandro Di Bussolo e Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Nella notte si sono sentite almeno 50 esplosioni a Kiev, con i russi che avrebbero preso il controllo della centrale idroelettrica. I vertici militari ucraini smentiscono e annunciano di aver respinto un primo attacco. La 101/a brigata, comunicano fonti dell’esercito, “ha distrutto una colonna russa vicino alla stazione di Beresteiska”, ma ormai si combatte nelle strade. Le autorità esortano i residenti a cercare riparo nei rifugi, ma mancano pane e medicine, mentre il presidente ucraino, Volodomyr Zelenski, dice ai leader europei, che con gli Usa hanno bloccato i beni del presidente russo, Vladimir Putin, e dei suoi collaboratori: “forse è l’ultima volta che mi vedete vivo”. Denuncia poi attacchi d’artiglieria russi su asili e rifugi di civili e chiede ai cittadini di non deporre le armi.
L’assedio a Kiev
La capitale, intanto, sarebbe completamente circondata dall’esercito russo, con il capo del Cremlino che ha chiesto ai militari ucraini di prendere il potere, rovesciare il governo e trattare con lui. Il ministero della Difesa di Mosca comunica che l’esercito russo ha conquistato la città di Melitopol, nell’Ucraina meridionale, vicino alla Crimea, e di aver distrutto “821 obiettivi militari” in Ucraina. La Nato sta rafforzando le sue posizioni militari nei Paesi membri confinanti, e il presidente Usa Biden ha stanziato 350 milioni di dollari per aiuti militari a Kiev, ma conferma che non manderà truppe nel territorio ucraino.
La preghiera del mondo per l’Ucraina
In tanti Paesi si esprime vicinanza all’Ucraina e al suo popolo attraverso manifestazioni contro la guerra e veglie di preghiera. Contro l’intervento di Mosca, si scende in piazza anche in Russia. All’Ucraina, che sta per capitolare di fronte all’avanzata russa, gran parte del mondo manifesta solidarietà, una carezza da lontano, ma che allevia il dolore e infonde tanto coraggio e speranza a uomini donne e bambini, i primi costretti ad imbracciare le armi, gli altri che vivono nel dubbio drammatico se lasciare il Paese o rimanere e condividere i dolori di un conflitto assurdo. In Italia, Spagna, Stati Uniti, Canada, Sudafrica, Giordania e tanti altri Paesi si grida: “no alla guerra”, “Ucraina libera” e si prega.
Russi e ucraini, due popoli amici
Anche nella stessa Russia proseguono le proteste contro le operazioni militari di Mosca e continuano gli arresti da parte della polizia: centinaia i pacifisti in manette. Dall’Unione Europea si plaude a queste iniziative che mostrano – è stato detto – il vero volto della Russia e che fanno il paio con il progetto di risoluzione all’Onu di ieri per porre fine al conflitto, bloccata dal veto di Mosca, ma sostenuto da un numero senza precedenti di Stati membri dell'Onu. La Cina si è astenuta sulla mozione di condanna dell’invasione. Il ministro degli Esteri di Pechino ha confermato all’Alto rappresentante europeo, Joseph Borrell, che “rispetto e salvaguardia di sovranità e integrità territoriale valgono anche per l’Ucraina”, anche se si comprendono le legittime richieste di sicurezza della Russia. “Il mondo è con noi”, ha commentato su Twitter il presidente ucraino Zelensky.
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