Il mondo dopo la guerra in Ucraina
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La guerra in Ucraina da dieci giorni ci consegna una cronaca fatta di bombardamenti, vittime, profughi in fuga dalle violenze. Tematiche da affrontare di ora in ora. L’emergenza umanitaria è pressante altrettanto quanto i tentativi di fermare questo conflitto. Con Aldo Ferrari, storico e politologo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, abbiamo provato a immaginare quali saranno gli equilibri internazionali una volta che questo conflitto terminerà.
Aldo Ferrari, come sarà il mondo dopo questa in Ucraina?
Credo profondamente cambiato. Con l’invasione dell'Ucraina Putin ha fatto qualcosa di sostanzialmente diverso da quello che aveva finora realizzato con un impegno militare relativamente limitato e con un rapporto efficace fra costo e guadagno. Sia in Crimea che nel Caucaso l'azione era stata sempre diretta e mirata. Questa, invece, è una vera e propria guerra sul territorio europeo, che inevitabilmente pregiudicherà per moltissimo tempo, comunque vada a finire, i rapporti tra la Russia e l'occidente. E poi ci sono cambiamenti, non meno importanti, in campo militare. Cioè, la guerra che sembrava ormai impossibile, irrealizzabile, viene invece effettuata con metodi tradizionali. Si è tanto parlato di cybersecurity e così via, invece si combatte ancora una guerra assolutamente tradizionale con aerei, carri armati e truppe sul terreno.
Potrebbero mutare anche le organizzazioni internazionali così come sono oggi?
Secondo me è necessario comprendere quanto profondamente gli equilibri internazionali siano già cambiati e quanto anche questa guerra determinerà un'ulteriore mutamento in questa direzione il mondo sta cambiando rapidamente in un senso che forse a noi occidentali non piace, ma a mio giudizio dovremo prenderne atto il più rapidamente possibile.
Una situazione, questa, che sta costringendo l’Europa ad essere più unita, più coesa?
Apparentemente sì, io ho il timore che ci sia molta retorica in tutto questo. A mio giudizio l'Europa si è compattata, ma c'è molta verbosità, c'è molta retorica in tutto questo. Vedremo se poi in futuro una crisi di questa portata sul territorio europeo riuscirà a dare maggiore consistenza all'Unione.
A questo punto la risoluzione della crisi può passare solo attraverso la promessa che Kiev non entrerà mai nella Nato?
Molto dipende da quanto gli ucraini riusciranno a resistere, perché la soluzione della crisi avverrà, naturalmente, ma sarà fortemente condizionata dalla situazione sul campo, quindi molto dipenderà da come andrà a finire il conflitto. Personalmente io credo che la soluzione preferibile sarebbe stata e sia ancora ,se questo sarà possibile in futuro, una neutralizzazione dell'Ucraina.
Al contrario, si potrebbe pensare, terminata questa crisi, ad un mutamento dei rapporti in positivo?
Sarebbe auspicabile, però questo pretenderebbe un cambiamento veramente imprevedibile a mio giudizio delle posizioni signora tenute sia dell'Occidente che dalla Russia. Se le cose non cambieranno in maniera sostanziale, mi sembra davvero difficile una ripresa positiva del dialogo su basi nuove. Ma ripeto, molto importante sarà l'esito di questo conflitto che se continuasse ancora lungo potrebbe indebolire la posizione di Putin. Al momento è davvero presto capire quali potranno essere le evoluzioni future. Né si potrà parlare soltanto al termine della guerra e sulla base di ciò che sul campo si vedrà.
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