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A sinistra il presidente russo, Vladimir Putin, e a destra quello ucraino, Volodymyr Zelensky (ANSA) A sinistra il presidente russo, Vladimir Putin, e a destra quello ucraino, Volodymyr Zelensky (ANSA)

Russia e Ucraina, nuovo faccia a faccia

Grande attesa oggi per i colloqui tra Mosca e Kiev a Istanbul. Zelensky si dice pronto ad accettare lo status di neutralità e il Cremlino smentisce l'intenzione di usare armi nucleari. L'Onu chiede alle autorità di entrambi i Paesi di fare luce sugli episodi di torture inflitte ai prigionieri di guerra

Emanuela Campanile e Guglielmo Gallone - Città del Vaticano

L’appuntamento è per questa mattina - ore 9. 30 italiane - a Istanbul. Mosca e Kiev di nuovo faccia a faccia e il mondo con il fiato sospeso  mentre il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ribadisce quanto ha già espresso su Putin, "dittatore", e che "l'Ucraina non sarà mai una vittoria".

Riprendono le trattative

In queste ore di dolore e tragica attesa, riprendono i negoziati dopo due settimane di stallo dal punto di vista politico, ma di morte e dolore nelle città invase. La Russia precisa che "nessuno sta pensando di usare armi nucleari", né di attaccare Paesi membri della Nato. Zelensky si dice pronto ad accettare lo status di neutralità, purché sia salvaguardata l'integrità territoriale ucraina.

La richiesta dell'ONU

Secondo il quotidiano britannico Financial Times la Russia non chiederebbe più che l'Ucraina venga "denazificata" ed è pronta a lasciare che Kiev aderisca all'Ue ma con un ma e cioè che rimanga militarmente non allineata. Dall’agenzia di stampa ufficiale russa TASS, arriva invece la notizia che Le Nazioni Unite hanno chiesto alle autorita' di Kiev e di Mosca di fare luce sugli episodi di torture inflitte ai prigionieri di guerra in Ucraina a testimoniarlo ci sarebbero alcuni video che girano su Internet. Lo ha dichiarato - fa sapere l'agenzia Tass - il capo della Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite per i diritti umani in Ucraina, Matilda Bogner.

Quasi 4 milioni di rifugiati

Non migliora la situazione sul terreno: ieri i corridoi umanitari sono stati interrotti perché, secondo le autorità ucraine, «non c’erano le condizioni necessarie». Dopo trentatré giorni di guerra, le Nazioni Unite hanno riferito che sarebbero 3,8 milioni gli ucraini fuggiti dal loro Paese. Il 90% sono donne e bambini. Ma il flusso sta diminuendo sempre di più, perché la guerra sul terreno va avanti. È soprattutto il sud dell’Ucraina ad essere costantemente sotto assedio. Il sindaco di Mariupol ha riferito che la città è circondata, la periferia è controllata dai russi e ci sarebbero 5mila civili uccisi. Le autorità ucraine hanno riferito che «pesanti combattimenti» continuano ad avvenire nelle regioni di Donetsk e Lugansk perché «lì la Russia non smette di svolgere operazioni offensive».

Il sindaco di Irpin: città liberata

Nel nord del Paese cresce la preoccupazione per gli incendi scoppiati nella zona di Chernobyl a causa degli intensi bombardamenti ma, secondo Mosca, le radiazioni sarebbero «stabili». Il sindaco di Irpin ha riferito che «la città è stata liberata dagli invasori» e, a Kiev, gli attacchi delle truppe russe vengono «frenati» dalle forze armate ucraine. Infine, il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato un’iniziativa per il cessate il fuoco attraverso «accordi con le parti» per «consentire il progresso di seri negoziati politici e la consegna degli aiuti umanitari essenziali».

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29 marzo 2022, 08:35