Ucraina ancora sotto le bombe. Si spera nei negoziati
Guglielmo Gallone e Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Quale sia l’efficacia della diplomazia mentre la guerra è in corso lo capiremo solo nei prossimi giorni. Nel frattempo, gli scontri sul terreno vanno avanti e l’obiettivo è uno: circondare Kiev e costringerla alla resa. Ieri, nella capitale, un raid ha colpito una torre della televisione. Le fiamme sono state domate, ma ci sono stati cinque morti. Poco prima, era stato bombardato anche il palazzo del governo regionale nella città di Kharkiv.
Il bilancio della nottata
Proprio a Kharkiv, nella notte, sarebbero poi atterrati paracadutisti russi, attaccando, secondo fonti dell’esercito ucraino, un ospedale e scatenando “una battaglia tra invasori e difensori”. Anche le città meridionali di Kherson e Mariupol sarebbero circondate dalle truppe russe. Il sindaco di Kherson ha detto che le forze russe hanno conquistato la stazione ferroviaria e il porto della città. Nella notte, un attacco missilistico ha colpito un condominio a ovest di Kiev e, secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbero state quattro vittime civili. L’attacco all’Ucraina da parte dei russi prosegue attraverso l’utilizzo di artiglieria pesante e la sospensione della fornitura di elettricità in tutto il Paese.
“Nel corso della nostra storia abbiamo imparato questa lezione: quando i dittatori non pagano un prezzo per la loro aggressività, causano più caos”. Sono le parole che il presidente Biden ha pronunciato poche ore fa nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione, all’indomani del colloquio con il presidente ucraino Zelensky, intervenuto ieri al Parlamento Europeo.
Il discorso di Biden sullo stato dell’Unione
“Un dittatore russo sta invadendo un Paese straniero e pagherà un prezzo alto per questo. Nelle battaglie contro le autocrazie, le democrazie sono unite". Così il presidente Joe Biden nel primo discorso sullo stato dell’Unione, sottolineando come “gli Stati Uniti difenderanno ogni centimetro della Nato”. Ieri Biden aveva parlato con il l’omologo ucraino Zelensky, chiuso nel bunker da dove continua a guidare il Paese aggredito. Gli ha promesso di proseguire gli aiuti militari, economici ed umanitari, e le sanzioni contro Mosca, d’accordo con l’Unione Europea, ma ha bocciato la richiesta di dichiarare una “no fly zone” sui cieli dell’Ucraina, perché vorrebbe dire coinvolgere i piloti americani nelle operazioni belliche col rischio di provocare un conflitto diretto fra Usa e Russia.
Il presidente ucraino Zelensky in collegamento con il parlamento europeo
“Stiamo dando la nostra vita per la libertà”, ha affermato il presidente ucraino Zelensky, intervenuto ieri da remoto al Parlamento Europeo riunito in assemblea straordinaria. Parlamento che ha approvato una risoluzione non vincolante che richiede alle istituzioni europeo di concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’Unione Europea. In Italia, infine, il premier Draghi alla Camera ha ribadito che “non c’è alternativa alla ricerca della pace in ambito multilaterale”, sottolineando come Roma sarà in prima linea nella solidarietà e anche nel sostegno alla Nato, con 3400 uomini pronti a partire.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui