Ucraina, attaccata la più grande centrale nucleare d’Europa. È allarme profughi
Amedeo Lomonaco e Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Nella notte l’orrore della guerra ha colpito anche una centrale atomica. I bombardamenti, da parte delle forse russe, hanno provocato un incendio, poi domato. Non si registrano vittime. Se la centrale fosse esplosa, gli effetti sarebbero stati 10 volte più devastanti di quelli provocati dall’incidente a Chernobyl. Fonti locali hanno riferito che le forze militari russe hanno preso il controllo della centrale. Le autorità ucraine hanno anche reso noto che è stata ripristinata la sicurezza dell'impianto. Il direttore della centrale ha assicurato che è ora garantita la sicurezza nucleare. Nella giornata di ieri sono state colpite scuole e case a Cernìhiv e Mariupol. Nel Mar Nero è affondato un cargo estone colpito dai siluri. Oggi sono in programma nuovi vertici d’emergenza di Nato, G7 e Ue. L’Unione europea sta lavorando su varie ipotesi per contenere l’impatto della guerra in Ucraina sul settore agricolo e su quello energetico. Previsto infine, la prossima settimana, il terzo round di colloqui tra le delegazioni di Kiev e Mosca.
Prosegue l’esodo dall’Ucraina
Nella giornata del 3 marzo, nel secondo round dei negoziati in Bielorussia, nella foresta di Belovezhskaya Pushcha, al confine con la Polonia, le delegazioni di Mosca e Kiev hanno raggiunto un accordo sulla creazione di corridoi umanitari con un cessate il fuoco temporaneo per permettere l’evacuazione dei civili e la consegna di beni di prima necessità in Ucraina. Una prima timida apertura a favore di una popolazione allo stremo. Al momento, sono oltre un milione i profughi fuggiti dall’Ucraina, dallo scoppio del conflitto. Numero, secondo l’Onu, destinato a crescere. Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha affermato infatti che se le ostilità in Ucraina dovessero proseguire i profughi potrebbero arrivare ad un numero di 10 milioni, compresi 4 milioni di persone che potrebbero attraversare i confini verso i Paesi vicini. Un vero e proprio esodo, che ha raggiunto un ritmo di circa centomila persone al giorno, secondo le stime dell’Unhcr. Romania, Polonia, Moldova - i Paesi limitrofi quindi – le principali zone di approdo. Ma anche in Italia sono arrivate finora circa un migliaio di rifugiati ucraini, per lo più donne e bambini, quasi tutti diretti a casa di familiari o amici che nel Paese vivono e lavorano. Il Viminale ha predisposto intanto un piano accoglienza per 16mila posti nelle strutture destinate ai migranti. La previsione è di un afflusso massiccio: l’Unione Europea, con un sì unanime e in tempi rapidi, ha varato nelle scorse ore la direttiva per la protezione temporanea dei profughi. L’obiettivo è garantire agli ucraini in fuga di soggiornare nell’UE per il periodo di un anno, rinnovabile a due.
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