Ucraina: a Mariupol 100 mila civili in condizioni disumane
Giancarlo La Vella e Guglielmo Gallone – Città del Vaticano
Due bombe, definite “super potenti”, hanno colpito ieri Mariupol, o almeno quel che rimane della martoriata città portuale ucraina, considerata strategica da Mosca, perché consente di collegare il Donbass russofono alla Crimea, annessa alla Russia nel 2014 con un referendum non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale.
A Mariupol il dramma dei civili
Al dramma delle bombe si aggiunge quello delle 100 mila persone impossibilitate ad uscire da Mariupol per le quali Kiev sta chiedendo a Mosca l’apertura di un corridoio umanitario, per uscire da quella che è diventata una vera e propria trappola e in cui, afferma il presidente ucraino Zelenski in un messaggio notturno, si vive in condizioni disumane, senza possibilità di avere cibo, acqua e medicine. Intanto una colonna di undici pullman, vuoti, diretti a Mariupol per raccogliere rifugiati, riporta la Cnn, è stata bloccata e sequestrata dai soldati russi. Secondo l’Onu oltre tre milioni e mezzo gli ucraini fuggiti dall’inizio dell’invasione russa.
Gli appelli di Zelenski
Sul fronte diplomatico ieri è stata la giornata del discorso del presidente ucraino Zelensky al parlamento italiano. Attesi poi nuovi importanti appuntamenti per il resto della settimana. “Il nostro popolo è diventato il nostro esercito”: ha esordito così il presidente ucraino, Volodomyr Zelensky, ieri, nel suo discorso virtuale al Parlamento italiano. Immediata la risposta del premier Mario Draghi: “L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea”. Poco prima, Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con Papa Francesco. Oggi il presidente ucraino parlerà al parlamento giapponese.
Il rischio nucleare
Domani, a Bruxelles, si terrà il vertice tra i leader della Nato. Il presidente americano Joe Biden sarà presente fisicamente, per poi volare in Polonia. Zelensky invece parteciperà da remoto. Nel frattempo, Bruxelles ha diffuso le prime bozze in vista del vertice che si terrà domani e dopodomani: gli obiettivi dei 27 Paesi sono lavorare insieme per dotarsi di nuove scorte energetiche, applicare nuove sanzioni coordinate alla Russia, accogliere nuovi rifugiati di guerra. Ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avuto un altro colloquio con il presidente russo, Vladimir Putin, a proposito del negoziato in corso tra Kiev e Mosca. Infine, l’annuncio del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: “Mosca userà armi nucleari solo se la nostra esistenza sarà minacciata”.
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