Rieletto Macron. I vescovi francesi: c’è una spaccatura nel Paese
Jean-Charles Putzolu e Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Oltre 5 milioni e mezzo di voti, poco più di 17 punti percentuali dividono Emmanuel Macron da Marine Le Pen, con il primo che ripete il successo di cinque anni fa quando, però, al secondo turno contro la stessa leader ottenne un distacco ancora superiore. 44 anni, convinto europeista, il presidente nel discorso ha detto che il suo compito sarà rispondere alla rabbia di chi ha votato per l’estrema destra in nome del cambiamento.
La Francia in un'Europa più forte
Mano nella mano con la moglie Brigitte, davanti alla Torre Eiffel, Macron, visibilmente commosso, ha parlato di Ucraina e ribadito il suo impegno per “una Francia più libera, ecologica, per un'Europa più forte". Fiduciosa nel futuro anche Marine Le Pen che guarda alle amministrative di giugno, sostenuta, ha detto, da “una vittoria eclatante”.
Le reazioni internazionali
Pioggia di auguri su Macron, il presidente americano Biden ha assicurato il suo impegno a cooperare per "difendere la democrazia" in particolare per sostenere l'Ucraina. “Insieme, faremo avanzare la Francia e l'Europa", il commento della presidente della Commissione Ue, von der Leyen, portavoce di un coro unanime venuto dalle massime istituzioni europee. “Una splendida notizia per tutta l'Europa”: la reazione del premier italiano Draghi.
I vescovi: un voto secondo coscienza che evidenzia fratture
Durante tutta la campagna elettorale presidenziale, i vescovi francesi avevano invitato i cittadini a votare secondo coscienza, alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa. Prudente dunque l’approccio dei presuli. Monsignor Eric de Moulins Beaufort, presidente della Conferenza episcopale francese, offre la sua analisi e guarda alle principali sfide che il presidente rieletto deve affrontare.
Qual è la sua lettura dei risultati?
I francesi hanno senza dubbio fatto una scelta razionale. La maggioranza non ha voluto appoggiare l'avventura che l'elezione di Marine Le Pen avrebbe rappresentato e senza dubbio ha rifiutato un certo numero di misure da lei annunciate. Ora, questa elezione è la realtà. Mostra sempre più una sorta di frattura in Francia, che è geografica ma anche tra i ceti alti e bassi. E questo è preoccupante per il futuro del nostro Paese.
Una delle grandi sfide di questo nuovo quinquennio sarà la povertà: la Francia ha 9,3 milioni di poveri. Come si può prestare attenzione ai più vulnerabili?
Mi sembra che possiamo vedere i limiti del modello di sviluppo che ci ha accompagnato dalla seconda guerra mondiale in poi. Lo vediamo in termini di distribuzione della ricchezza, lo vediamo in termini di crisi ecologica, lo vediamo in termini di crisi sociale e di frammentazione del nostro Paese. E chiaramente, stiamo toccando i termini di un sistema generale ma stiamo lottando anche per immaginarne un altro.
La posizione di Emmanuel Macron sulle questioni bioetiche – maternità surrogata, fine vita - sta creando disagio nella Chiesa cattolica. Quale il suo messaggio su questi temi?
Mi sembra che la croce e allo stesso tempo la gloria della Chiesa, nel tempo che a venire, sia quello di portare avanti l'idea forte e chiara che la vita umana è bella e degna di essere vissuta e che anche la sofferenza ne fa parte. In un mondo iper-tecnologico come il nostro, c'è la grande tentazione di voler risolvere tutte le difficoltà e le prove della vita con mezzi tecnici. A questo si aggiunge una cospirazione più o meno cosciente con quello che può essere definito il mercato del fine vita o il mercato per la procreazione medicalmente assistita o per la maternità surrogata. Il nostro ruolo è difendere il senso profondo dell'atto di generare e il senso profondo della vita umana, vissuta fino alla fine nella fiducia e nell'abbandono. È qui che c'è certamente spazio per il progresso.
"In una dichiarazione rilasciata martedì 8 febbraio, la Presidenza della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Unione Europea (COMECE) esprime la sua profonda preoccupazione ...Cosa possiamo aspettarci dal progetto europeo, in un contesto di tensioni?
L'Europa può essere rassicurata, anche se l'Europa stessa deve reinventarsi. L'Unione Europea è una grande conquista, ma possiamo anche vedere che è una delle questioni che preoccupa i nostri contemporanei o i nostri cittadini, che non li convince completamente. L'Europa, come fattore di pace, fattore di unione tra le nazioni, è una cosa bella e buona che deve essere preservata. Possiamo pensare che il presidente Macron continuerà sulla linea che ha iniziato. Ma l'Unione europea deve reinventarsi ed essere convincente per i suoi cittadini, soprattutto per quelli che si sentono, a torto o a ragione, esclusi dai benefici della globalizzazione.
Com'è il voto cattolico oggi?
Sarebbe interessante comprendere bene chi sono i cattolici che rispondono alla domanda: sono cattolico e voto, e come voto? I cattolici partecipano alla vita di tutta la nazione e alla sua evoluzione. Dovremmo guardare anche alle altre religioni, si parla sempre del voto cattolico, ma sarebbe interessante guardare anche al voto delle altre religioni e di chi non crede, cercando di analizzare il tutto in modo più preciso. Ciò che si nota è la necessità di un progetto collettivo ma anche la difficoltà di trovare un progetto collettivo che riesca ad unire veramente le persone, al di là delle classi sociali, delle appartenenze religiose. Ed è qui che la politica di oggi si trova in perdita.
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