Sui Paesi più poveri l’impatto economico della guerra
Fausta Speranza – Città del Vaticano
"Il rallentamento della crescita globale dopo il Covid-19 ha aumentato il rischio che alcuni Paesi si trovino in una situazione di difficoltà per il debito" e ora c’è la guerra in Ucraina, sottolinea il governatore di Banca d’Italia. Tra tante drammatiche incertezze, una consapevolezza: il conflitto ha un "impatto economico enorme a livello globale" e – dice Visco - "non potrà che aggravare le fragilità macroeconomiche con lo shock dei prezzi alimentari" e di quello energetico.
Non sottovalutare l’insicurezza alimentare
Per valutare precisamente l’impatto della guerra in termini di costi umani, morali ed economici ci vorrà tempo, ma Visco avverte: bisogna affrontare tempestivamente l'insicurezza alimentare in Africa, in Asia centrale e nei Paesi meno sviluppati. "La storia dimostra – ricorda il governatore della Banca d’Italia - che i bruschi aumenti dei prezzi dei generi alimentari spesso innescano battute d'arresto economiche e politiche, instabilità, che a loro volta aumentano la fragilità, la povertà, il conflitto e la violenza".
Povertà fa rima con instabilità
La guerra in Ucraina rappresenta "un cambiamento profondo e drammatico" che rischia di interrompere il processo di convergenza economica fra Paesi che era emerso con la globalizzazione dopo la fine della guerra fredda, e potrebbe portare a "diversi equilibri difficili da prevedere oggi". Lo ha detto ancora il governatore Visco che, a conclusione del suo statement alla riunione del Development Committee della Banca Mondiale e del Fmi si è soffermato sul 'dividendo della pace' seguito alla fine della guerra fredda. Globalizzazione e processo tecnologico, fino a prima della pandemia, avevano "facilitato una forte riduzione della povertà" pur se con significative perdite di sicurezza nel lavoro e nel welfare da correggere, ha chiosato Visco.
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