I timori per la Moldavia, dopo gli attacchi alla Transnistria
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
L’allarme nelle ultime ore si sta intensificando in Moldavia a seguito di due esplosioni nella Transnistria, che avrebbero danneggiato una torre radio, mettendo fuori uso le antenne che trasmettono frequenze radio russe. Questo almeno secondo quanto riportato dalle autorità locali, che hanno aumentato il livello di allarme, azione a seguito della quale la presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza nazionale. La regione separatista della Transinistria, governata da una amministrazione autonoma, sostenuta da Mosca, ma che territorialmente fa parte della Moldavia, e non è riconosciuta come Stato a livello internazionale, è un lembo di terra che separa l’Ucraina dalla Moldavia, la quale ora teme di divenire obiettivo dei russi. La Moldavia, la cui costituzione prevede uno status di neutralità, stretta tra Romania e Ucraina è divenuta, dall’inizio della guerra, uno dei luoghi di arrivo dei rifugiati, arrivando ad ospitarne oltre 400mila.
Guterres, mettere fine al conflitto
Il segretario generale dell’Onu ha lanciato oggi un altro appello a mettere subito fino alla guerra. "Siamo interessati a trovare i modi per creare le condizioni di un cessate il fuoco in Ucraina il prima possibile ", ha detto Antonio Guterres incontrando il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a Mosca e prima di essere ricevuto al Cremlino dal presidente Vladimir Putin. Un invito alla calma arriva anche dalla Cina. Nessuno vuole la terza guerra mondiale, dichiara Pechino, chiedendo di evitare una escalation della situazione e di avviare colloqui di pace. Putin, nel frattempo, ha discusso gli esiti della crisi con il presidente turco Erdogan, in un colloquio telefonico tra i due durante il quale si è parlato della possibilità che la Turchia ospiti un negoziato tra Mosca e Kiev che favorisca un accordo per il cessate il fuoco. Oggi intanto a Ramstein, si svolge l’incontro dei ministri della difesa di 40 Paesi, incitati dal Segretario alla difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, “a fare di più”. Un appuntamento, quello in Germania, che vedrà anche l’ufficializzazione della decisione di Berlino di inviare carri armati a Kiev.
Onu, oltre 8 milioni i profughi
L'offensiva russa intanto prosegue, e punta su Zaporizhzhia, dove due missili russi, secondo Energatom, l’operatore nucleare statale ucraino, sarebbero volati a bassa quota sopra la centrale nucleare. L’azione continua anche Donetsk, sulle città di Kramatorsk e Sloviansk, e nella regione di Kherson. Oltre tre milioni di profughi in più rispetto agli attuali 5,2 milioni sono quelli che le Nazioni Unite prevedono che, entro quest’anno, fuggiranno dall’Ucraina in fiamme. Circa 8,3 milioni di persone in totale, un numero spaventoso che ha portato l’Unhcr a chiedere quasi 2 miliardi di dollari a sostegno delle sue azioni di intervento.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui