Sulla buona strada. L’arte e il pellegrinaggio in mostra
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Pellegrinare, mettersi in viaggio è la metafora della vita di ogni uomo e di ogni donna alla ricerca del volto di Dio. Nel sentiero non mancano bivi di fronte ai quali è difficile scegliere e tratti impervi o in salita che la compagnia di chi condivide un tratto di strada o l’intercessione di chi ha già raggiunto la meta può rendere più sopportabili. Pellegrinaggio è il cammino quaresimale, ma anche l’intero anno liturgico. Pellegrini sono le moltitudini di credenti che lungo i secoli, e ancora oggi, si sono fisicamente messi in marcia verso Gerusalemme, Roma, Santiago di Compostela e, non ultima, Loreto.
Le vesti del pellegrino e il bordone
Chi percorreva gli itinerari di fede sulla cosiddetta “Linea di san Michele” è stato più volte rappresentato dagli artisti che ne hanno messo in risalto le particolarità dell’abbigliamento, con i segni caratteristici dell’avvenuto pellegrinaggio. Lungo la strada la preghiera era rivolta in particolare a santi protettori come Rocco e Giacomo Maggiore, ritratti anch’essi con le vesti del pellegrino al pari di santi che in epoca medievale o nel primo Quattrocento avevano evangelizzato e contrastato eresie in luoghi remoti e spesso pericolosi: è il caso di san Giacomo della Marca, predicatore in Bosnia, Austria e Boemia, rappresentato con il bordone, il tipico bastone dal manico ricurvo utilizzato dai pellegrini.
Una mostra in cammino
In cammino è anche la mostra “Sulle orme di san Michele Arcangelo”, curata da Stefano Papetti e promossa dalla Regione Marche: vuole documentare e rendere omaggio al particolare legame tra arte e pellegrinaggio. Dal 9 aprile al 13 luglio è ospitata nel Bastione Sangallo di Loreto; successivamente, dal 22 luglio al 6 novembre, si sposterà nelle sale della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, ed infine a Senigallia, nel Palazzetto Baviera, dall’11 novembre 2022 al 12 febbraio 2023. Le opere spaziano dal Medioevo al Seicento, seguendo un percorso all’insegna dei luoghi di culto di san Michele Arcangelo. Non è un caso che la prima tappa di questa singolare esposizione sia la città in cui si venera la Santa Casa, considerata fin dal 1520 un centro universale di pellegrinaggio mariano.
Gli artisti e il pellegrinaggio
L’articolato percorso comprende opere provenienti per lo più dalle collezioni civiche marchigiane, e vede alternarsi capolavori di Antonio da Fabriano, Carlo Crivelli, Pietro Alamanno, Guercino, Francesco Guerrieri, Pietro Liberi e Ferdinand Voet. Artisti che tra il XV e il XVII secolo hanno illustrato questo fenomeno, dedicando le rappresentazioni soprattutto a san Giacomo Maggiore e a san Rocco, patroni dei pellegrini, e descrivendo l’abbigliamento tipico dei devoti sia prima che dopo il periodo della Controriforma.
Stendardi processionali
L’esposizione offre al visitatore anche la possibilità di ammirare alcuni stendardi processionali e insegne che venivano esibite per certificare l’avvenuto viaggio nei luoghi santi: oggetti fondamentali per il culto e costituenti essi stessi un genere pittorico, la cui realizzazione era descritta già nel “Libro dell’arte” redatto in volgare dal pittore Cennino Cennini all’inizio del XV secolo.
Il culto di san Michele
Come documentano edifici dedicati all’angelo guerriero, la devozione nei riguardi di san Michele Arcangelo fu particolarmente sentita in territorio piceno fin dall’epoca longobarda e la tappa della mostra ad Ascoli Piceno lo documenterà in modo speciale: dipinti, oreficerie, sculture medievali, rinascimentali e barocche sono testimonianza dell’itinerario che da Mont Saint-Michel si snodava in Piemonte con la Sacra di San Michele per giungere, passando per le Marche, al santuario di san Michele Arcangelo nel Gargano.
La sfida del bene
“Accostare i pellegrini, i cui viaggi erano pieni di rischi e attentavano la vita stessa e il santo che per eccellenza combatte il male, difensore della fede e patrono della Polizia di Stato,” commenta l'assessore alla Cultura della Regione Marche Giorgia Latini – “significa avviare una riflessione per il tramite dell'arte anche sul presente, su come anche oggi la sfida del bene non sia priva di costi e su che cosa ci spinga ad accettarla”.
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