Donne di Kabul di nuovo in piazza, in lotta per i loro diritti
Fausta Speranza - Città del Vaticano
Alcune decine di donne hanno sfidato oggi il regime dei talebani in Afghanistan, inscenando una protesta a Kabul per chiedere "pane, lavoro e libertà" e chiedendo il diritto all'istruzione femminile. Lo constatano fonti giornalistiche sul posto. "L'istruzione è un mio diritto. Riaprite le scuole", hanno scandito le manifestanti, molte con il volto coperto, come imposto dalle recenti disposizioni dei fondamentalisti tornati al potere lo scorso agosto. Le manifestanti hanno marciato per alcune centinaia di metri prima di disperdersi. Miliziani talebani in abiti civili hanno sequestrato loro i telefonini per impedire di riprendere la protesta.
Il 7 maggio l'ennesima restrizione
Da sabato 7 maggio i talebani hanno imposto una nuova restrittiva legge sul codice di abbigliamento femminile. Il ministero talebano per la Prevenzione del vizio e la promozione della virtù ha imposto il burqa in tutti i luoghi pubblici anche all'aperto. In molte sono scese in strada in questo mese per protestare. Si tratta di un salto indietro di oltre 20 anni, a quel primo regime che, dal 1996 al 2001, aveva segregato la presenza femminile a servizio degli uomini. Ma secondo il leader supremo dei talebani Hibatullah Akhundzada coprirsi integralmente il volto sarebbe, ancora nel 2022, “tradizionale e rispettoso”.
Da mesi un'escalation di diritti negati
Le donne afghane vedono rinnegato qualunque diritto in una discesa che si fa sempre più repentina verso un passato patriarcale e tradizionalista dove il loro unico scopo di vita è l’assistenza agli uomini e la procreazione. Hanno lottato per decenni per affermare la propria esistenza, le loro libertà, e adesso molte sembrano pronte a tutto per difenderle. Da mesi infatti si impegnano in proteste contro il ritorno dei Talebani al potere, contro le repressive leggi che impongono loro di non lavorare, di non fare sport, di non guidare, di non viaggiare o studiare.
La presa di posizione del G7
Giovedì 12 maggio durante la riunione dei ministri degli Esteri del Gruppo dei Sette (G7), i rappresentanti di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti hanno dichiarato che le recenti leggi repressive imposte dai Talebani ai diritti delle donne e delle ragazze in Afghanistan stanno isolando il Paese. “Con queste misure, i Talebani si stanno ulteriormente isolando dalla comunità internazionale“, hanno dichiarato i ministri degli Esteri e il capo della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell. In una dichiarazione congiunta, pubblicata dalla Francia, hanno invitato i funzionari islamici a prendere provvedimenti urgenti per eliminare le restrizioni nei confronti di donne e ragazze e rispettare i loro diritti umani.
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