Davos, al via il World Economic Forum: al centro il sostegno all'Ucraina
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
È un World Economic Forum all’insegna del sostegno all’Ucraina quello che sta per iniziare a Davos, dove la grande assente dell’edizione 2022 è proprio la Russia non invitata a causa dell’invasione. Dopo due anni di stop a causa della pandemia (anche quest’anno la variante Omicron ha costretto una posticipazione da gennaio a maggio), torna il più importante appuntamento economico dell’anno, al via oggi fino al 26 maggio. Circa 2500 personalità influenti di economia e politica, leader del non profit, del settore privato e pubblico, si stanno riunendo in queste ore nel piccolo centro della Svizzera tedesca per discutere del mondo attuale e futuro.
L'intervento video di Zelensky
L’apertura è stata affidata all’intervento in videoconferenza del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Primo tra i capi di Stato a prendere parola, Zelensky è stato accolto da un lungo applauso dei presenti. Nelle sue parole il riferimento al dramma che vive l'Ucraina: la guerra, ha detto, "deciderà se la forza bruta può governare il mondo". "Se così fosse - ha aggiunto - non ci sarebbe bisogno di ulteriori incontri a Davos perché non ci sarebbe motivo per questo. La forza bruta non discute". Zelenskyy ha chiesto poi il "massimo" delle sanzioni contro la Russia per fermare l'aggressione, tra cui un embargo sul petrolio, il blocco di tutte le banche e l'interruzione totale degli scambi commerciali con la Russia. Zelenskyy ha inoltre affermato che il suo Paese ha rallentato l'avanzata russa e che il coraggio del suo popolo ha suscitato un'unità mai vista nel mondo democratico.
Cinque parlamentari ucraini al Forum
Sempre sul tema dell'Ucraina, al Forum segue una sessione dal titolo Spirito di resilienza: voci ucraine in cui parteciperanno cinque parlamentari ucraini, tra cui il vice premier e ministro dell’Economia, Yuliia Svyrydenko. Ma saranno decine nei prossimi giorni le sessioni in cui si discuterà della guerra, tanto dal punto di vista degli scenari geopolitici in mutamento, quanto da quello delle conseguenze del conflitto sull'economia a livello globale.
Clima e transizione energetica
Spazio nel summit anche per i temi di clima e transizione energetica. Il programma prevede infatti sei pilastri tematici: promuovere la cooperazione globale e regionale; assicurare la ripresa economica e dare forma a una nuova era di crescita; costruire società sane ed eque; salvaguardare il clima, il cibo e la natura; guidare la trasformazione industriale; sfruttare il potere della Quarta Rivoluzione Industriale. Il focus sarà quindi anche sull’impennata dei prezzi dell'energia e della minaccia di una crisi alimentare mondiale. E non mancheranno discussioni e riflessioni su parità di genere, diseguaglianze, necessità di creare posti di lavoro correttamente retribuiti.
Occasione di incontro diplomatico
Oltre 50 i capi di Stato e di governo che hanno assicurato la loro presenza, tra cui il cancelliere tedesco, Olaf Scholz; il presidente israeliano, Isaac Herzog; il premier spagnolo, Pedro Sanchez; il premier olandese, Mark Rutte, oltre alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e numerosi commissari, fra cui quello all'Economia, Paolo Gentiloni. Ci saranno anche la presidente della Bce, Christine Lagarde; l’inviato speciale per il clima del presidente Usa, John Kerry, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. L’Italia sarà rappresentata da quattro ministri e sette manager e imprenditori. Tra i partecipanti, anche il Global Solidarity Fund che riunisce i rappresentanti della comunità cattolica mondiale.
Come ogni anno dalla sua istituzione per idea di Klaus Schwab, l’evento di Davos sarà anche un’occasione per far incontrare le diplomazie e affrontare questioni delicate. Una opportunità fondamentale in questo tempo di guerra.
Ultimo aggiornamento ore 12 del 23 maggio 2022
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