Filippine al voto: Marcos jr in netto vantaggio, ringrazia gli elettori
Salvatore Cernuzio e Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Circa 67 milioni di filippini sono stati chiamati a votare per il successore del controverso presidente Rodrigo Duterte, che non può ricandidarsi vista la legge che consente un solo mandato. Ispiratore di una sanguinosa guerra alla droga costata la vita ad almeno 6.200 persone tra tossicodipendenti e trafficanti (ma le organizzazioni per i diritti umani parlano di 30 mila ‘giustiziati’ dalle forze di sicurezza), il presidente uscente potrebbe finire sotto indagine nelle prossime settimane da parte della Corte penale internazionale, che ha annunciato l'avvio di indagini per crimini contro l’umanità.
Il favorito, Ferdinand Marcos jr
Tra i dieci candidati in corsa figura la figlia del presidente uscente, Sara Duterte-Carpio, ma il favorito ad oggi è Ferdinand “Bongbong” Marcos jr, figlio del defunto dittatore Ferdinand Marcos. Molto avanti nei sondaggi, “Bongbong” è sembrato già nelle scorse settimane sulla buona strada per completare il ritorno al potere della dinastia decaduta ed esiliata quarant’anni fa, dopo la pacifica rivoluzione popolare che li estromise dal potere. Marcos, stando ai sondaggi, registra infatti il 56 per cento del sostegno popolare; quasi il doppio della rivale più vicina, Leni Robredo, attuale vicepresidente, avvocatessa per i diritti umani, con un’agenda molto sociale. Il risultato parziale del voto, aggiornato alle 19:00 italiane (l'una di notte locale), sembra andare al di là dei sondaggi: Marcos jr ha una percentuale vicina ai 60 punti, mentre Robredo si attesta intorno al 28%. Le schede scrutinate sono circa il 75% del totale. "Il mio è un messaggio di gratitudine", ha detto Marcos Jr parlando su Facebook a spoglio in corso. "Voglio ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per noi", ha proseguito rivolto a volontari e supporter, "per avere creduto nel nostro messaggio di unità e nei candidati", citando, oltre a se stesso, anche la figlia del presidente uscente, Sara Duterte, che corre per la vice presidenza, e che al momento è in netto vantaggio sul suo sfidante, Kiko Pangilinan, che sostiene Robredo.
Disinformazione
Proprio i Marcos sono intanto accusati di una campagna di disinformazione tramite i social durante queste elezioni. Uno sforzo già condotto, come dicono gli analisti, per due decenni, per ripulire la propria immagine dalle accuse di corruzione e violenze. Tuttavia, molti filippini li considerano ancora oggi i modernizzatori del Paese e la loro come l’eta d’oro del Paese. La famiglia continua a essere guidata da Imelda, 92 anni, in libertà su cauzione.
Attacchi ai seggi elettorali
In generale, tutte le presidenziali in corso sono state segnate da diverse fake news trasmesse tramite i social network, dove sarebbero stati eliminati centinaia di account su Facebook, YouTube e TikTok. Inoltre la figura polarizzante di Marcos ha relegato in secondo piano, nel corso della campagna elettorale, i problemi economici peggiorati dalla pandemia. Le Filippine hanno subito infatti uno dei lockdown più lunghi al mondo, e oltre alla povertà e alla disuguaglianza endemiche, il Paese soffre di un’inflazione galoppante. Ad aggravare il tutto, in queste elezioni, anche alcuni episodi di violenza, come quelli nell’isola di Mindanao, dove tre guardie di sicurezza sono state uccise e nove ferite in due distinti attacchi ai seggi elettorali.
Un Paese diviso
"Il clima in cui il Paese va al voto è fortemente divisivo e questo a causa della controversa politica del presidente uscente Duterte, condotta con pugno duro soprattutto nella lotta al narcotraffico", commenta Stefano Vecchia, esperto della realtà asiatica. Nell'intervista a Radio Vaticana - Vatican News, Vecchia sostiene che il voto sarà un confronto tra Marcos junior, in testa ai sondaggi nonostante il cattivo ricordo che ha lasciato la dittatura del padre, e Leni Robredo. Il primo potrebbe perseguire una politica di vicinanza con la Cina, all'insegna dell'obiettivo di un'economia migliore di una crescita con qualsiasi partner, mentre la Robredo sembra più orientata a portare avanti politiche filo-occidentali.
Unità, democrazia e sviluppo condiviso
"La Filippine, pur essendo una delle più antiche democrazie del sud est asiatico, appare nella comunità internazionale nella classifica dei Paesi poveri, quindi le sfide da perseguire per il prossimo capo dello Stato sono quelle di un progresso sociale ed economico di cui il Paese ha fortemente bisogno, ma anche dell'eliminazione delle frizioni interne, frutto della presidenza uscente. Insomma", afferma Vecchia. "Va salvaguardata la democrazia per evitare quella deriva dittatoriale sulla quale le Filippine appaiono sempre in bilico".
ULTIMO AGGIORNAMENTO ORE 19:00 - 09 MAGGIO 2022
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