Libertà di stampa: il Papa prega per i giornalisti coraggiosi
Michele Raviart - Città del Vaticano
“Preghiamo insieme per i giornalisti che hanno pagato di persona, con la vita o con il carcere, per servire questo diritto. Un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell’umanità”. Con queste parole, che richiaman quelle pronunciate domenica scorsa, Papa Francesco ha ricordato in un tweet la Giornata mondiale per la libertà di stampa, che ricorre il 3 maggio su iniziativa dell’Unesco.
Aumentano fake news e propaganda
Un anno, il 2022, in cui gli effetti dell’informazione online globale e non regolamentata hanno portato a un aumento delle fake news e della propaganda, provocando una doppia polarizzazione sia all’interno dell’opinione pubblica dei singoli Stati sia tra Paesi a livello internazionale. Lo afferma il ventesimo Rapporto sulla libertà di stampa della ong Reporters senza frontiere, pubblicato oggi, che analizza lo stato del giornalismo in 180 Paesi del mondo.
L'esempio della guerra in Ucraina
Le democrazie, si sostiene nel Rapporto, sono state indebolite dall’asimmetria tra le società pluraliste e i regimi autoritari che controllano i loro media e le piattaforme online, in cui diffondono propaganda contro di loro. Un processo esemplificato dal conflitto in Ucraina, in cui l’invasione russa del 24 febbraio è stata preceduta da una guerra di propaganda informativa. A livello interno, invece, la polarizzazione dei media ha aumentato le tensioni sociali in Paesi come gli Stati Uniti e la Francia.
Scandinavia in testa alla classifica
In testa alla classifica della libertà di stampa il nord Europa, con Norvegia, Danimarca, Svezia, Estonia e Finlandia. 28 sono invece i Paesi in cui la situazione è pessima, con Myanmar, Turkmenistan, Iran, Eritrea e Corea del Nord agli ultimi posti del mondo. In Uruguay, intanto, l’Unesco ha premiato l’Associazione dei giornalisti della Bielorussia, che riunisce più di 1300 professionisti dell’informazione e che è stata sciolta lo scorso agosto su richiesta del ministero della Giustizia. In Europa, intanto, la Commissione europea ha annunciato la preparazione di un “Media freedom act”, che prevede per la prima volta di istituire degli standard comuni per proteggere il pluralismo e l’indipendenza editoriale dei media.
Per il Papa, costante il tema sulla centralità dell'informazione
Il tweet del Papa ribadisce quindi l’omaggio al Regina Coeli di domenica scorsa, il Pontefice ha ricordato i 47 giornalisti uccisi e i più di 350 incarcerati lo scorso anno. “Dobbiamo dire un grande grazie a Papa Francesco, perché non rinuncia ad alcuna occasione per rilanciare il tema della centralità dell'informazione e soprattutto nel riconoscimento del suo ruolo fondamentale nella costruzione della democrazia e anche come test della salute della democrazia stessa”, sottolinea Vincenzo Varagona, presidente dell’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana.
"Papa Francesco", aggiunge il presidente dell'Ucsi, "chiede preghiere e chiede soprattutto attenzione su questo mondo affinché recuperi quel tessuto sano che è indispensabile per svolgere questo lavoro. Naturalmente il Pontefice si rivolge ai giornalisti che si occupano delle fasce più fragili della popolazione: lo abbiamo sentito quando si parlava di immigrazione, lo sentiamo adesso con lo stesso tono, con la stessa forza quando si parla dei feriti e delle vittime, non solo nelle guerre, ma tra gli stessi giornalisti".
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