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Un'anziana donna Ucraina a Bakhmut, in Donbass, dinanzi alla sua abitazione danneggiata dai bombardamenti (Aris Messinis / Afp) Un'anziana donna Ucraina a Bakhmut, in Donbass, dinanzi alla sua abitazione danneggiata dai bombardamenti (Aris Messinis / Afp)

Ucraina: genocidio, Lugansk e grano sono le tre parole del giorno

La prima è stata utilizzata dal presidente ucraino Zelensky nel videomessaggio di questa notte. Kiev ammette, intanto, l'avanzata russa nel Lugansk, mentre la crisi del grano diventa sempre più centrale anche a livello diplomatico, con Putin che avrebbe aperto ad una soluzione in cambio della revoca delle sanzioni contro Mosca

Andrea De Angelis - Città del Vaticano 

“Quello che la Russia sta facendo in Donbass è genocidio”: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto messaggio video notturno. Nell'est dell'Ucraina, ha denunciato, Mosca usa “la deportazione e l'omicidio di massa dei civili: è un'evidente politica di genocidio”. Non è la prima volta che Kiev usa questo termine nel parlare della guerra, iniziata ormai da oltre tre mesi. Lo aveva fatto ad esempio lo scorso mese, quando in un'intervista alla Cnn aveva sottolineato come i russi uccidano i civili, non solo i soldati.

Il terreno 

Mentre il governo ucraino ammette l’avanzata russa ad est, con oggettivi progressi negli ultimi giorni nel Lugansk, ieri un raid aereo a Kharkiv ha causato, secondo fonti di Polizia, almeno 8 morti, tra cui un bambino. Sulla base di diverse testimonianze, proprio nel Lugansk sarebbero sempre più numerose le fosse comuni per seppellire i morti tra la popolazione. La scorsa settimana Zelensky aveva parlato di una fase particolarmente cruenta della guerra, con il conseguente bisogno di nuove armi per Kiev. E proprio l'amministrazione Biden si starebbe preparando a inviare all'Ucraina armi più potenti nell'ambito di un nuovo pacchetto di aiuti, previsti per la prossima settimana. Lo dice la Cnn citando fonti dell'amministrazione Usa. Si tratterebbe in particolare di sistemi di missili a lancio multiplo, che da tempo il presidente ucraino Zelensky sta chiedendo.

La crisi del grano

Il grano resta al centro delle cronache di questi giorni. Mentre Kiev annuncia di averne a sufficienza per tutto l’anno per garantire il consueto export mondiale, a patto che cessi il fuoco nel mar Nero, Mosca si sarebbe detta pronta a sbloccare la situazione, purché si revochino le sanzioni nei suoi confronti. Della crisi del grano hanno parlato ieri al telefono il presidente russo Putin e il presidente del consiglio italiano, Draghi. “Non vedo aperture per la pace”, ha detto poi quest’ultimo. La situazione è difficile, ha aggiunto, sottolineando che dopo Putin sentirà il presidente Zelensky per parlare dello sblocco del grano. "Putin ha detto che continuerà a fornire il gas all'Italia. Non ho risposto, ma questa è la situazione attuale di tutti i paesi a parte quelli attacccati come la Finlandia" ha concluso Draghi.

Sanna Marin, premier finlandese, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Epa)
Sanna Marin, premier finlandese, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (Epa)

Marin incontra Zelensky

La guerra in Ucraina rappresenta "un punto di svolta", tanto che "i rapporti con la Russia non potranno più essere come prima". Lo ha dichiarato la premier finlandese Sanna Marin, oggi in visita a Kiev. "Noi, come Finlandia, sosteniamo tutte le azioni della Corte penale internazionale per indagare sui crimini, raccogliere prove per procedimenti futuri e condannare la Russia", ha detto Marin dopo aver incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Quello che ha fatto la Russia è un punto di svolta per l'intera famiglia europea e il mondo intero", ha aggiunto sottolineando che "non è possibile tornare ai rapporti che c'erano prima" della guerra.

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27 maggio 2022, 07:28