Voto in Irlanda del Nord: Dublino e Londra guardano alla vittoria del Sinn Féin
Francesca Merlo - Città del Vaticano
Si è concluso lo spoglio dei voti delle elezioni amministrative in Irlanda del Nord, confermando, come previsto, la vittoria dello Sinn Féin, partito che ha come obiettivo finale la riunificazione con la Repubblica d’Irlanda, come ci ricorda Antonio Varsori, docente di Storia delle relazioni internazionali alla Università Luiss . "Però – aggiunge - è anche un partito che negli ultimi anni ha assunto delle posizioni moderate". Ci sarà un dibattito con il governo di Londra sul futuro di questa parte del Regno Unito, dice, e "molto dipenderà poi dalla reazione del governo in carica a Londra”. Sostanzialmente si aprirà un negoziato, non facile, “anche perché dobbiamo tener conto che ci sono delle altre spinte autonomiste e indipendentiste", come per esempio lo Scottish National Party (Snp), che chiede l’indipendenza della Scozia dalla Gran Bretagna, e che anche in queste elezioni ha ottenuto un risultato molto positivo.
La paura di aumentare tensioni
Queste lezioni locali hanno certamente dimostrato un sostegno crescente per l’unità delle due Irlande, ma Varsori crede che da tutte le parti non si voglia aggiungere nuova tensione ad una situazione già tesa in Europa. “Tutto il mondo occidentale sta vivendo una fase un pò delicata, che è quella relativa alla guerra in Ucraina”, dice Varsori, ritenendo che da parte di tutti non ci sia voglia di aggravare la situazione, dato ila complessità della situazione internazionale odierna. Alla guerra in Ucraina si aggiungono le preoccupazioni che al momento ha anche l’Unione Ruropea, ci dice lo storico.
La scelta, dunque, sarà graduale e moderata, “perché non conviene né a Londra, né alla Repubblica d’Irlanda e probabilmente neanche allo Sinn Féin rendere la situazione particolarmente tesa”. Varsori ricorda che non siamo più negli anni 60, 70 o 80, caratterizzati da “quella contrapposizione frontale e dura con caratteristiche anche di violenza”. Infatti, continua il docente Luiss, si può ipotizzare che, certo, resterà questo obiettivo della riunificazione, “ma che non venga posto né in maniera ordinativa, né in tempi molto rapidi”. Varsori crede appunto che si cercherà di trovare una soluzione moderata ma che dipenderà dal governo di Londra “e da cosa accadrà con la leadership di Boris Johnson, che al momento risulta indebolita, anche all’interno dello stesso partito conservatore”.
La leadership a Londra di Johnson
Per Varsori il premier Johnson è indebolito, ma non fino al punto da arrivare, almeno per il momento, ad un cambio di gestione all’interno del partito conservatore. Molto dipenderà da altri fattori, continua lo storico, tenendo in conto anche la posizione molto dura che il governo inglese ha preso sull'invasioe russa dell'Ucraina, e anche la situazione economica in Inghilterra. "Il tutto è legato al ruolo di Johnson e alla sua posizione di leadership. Se in futuro ci sarà un cambio anche all’interno del partito conservatore, allora qui si aprirà una pagina completamente nuova e diversa, che, per ora, è molto difficile da prevedere".
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