Libano: alle urne meno del 50% degli aventi diritto
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Ieri in Libano slle urne si è recato poco più del 41% della popolazione. Il dato è più basso rispetto alle precedenti elezioni del 2018 che hanno registrato invece il 48,68%, ma il ministero dell'Interno non ha precisato se il dato comprende anche il voto dei libanesi all'estero. Quelle di ieri sono state le prime elezioni in Libano dalla protesta popolare partita nel 2019 per chiedere il ricambio di una classe politica ritenuta responsabile della peggiore crisi socioeconomica in cui è bloccato l'intero Paese. Il primo ministro uscente, Nayib Mikati ha auspicato che le elezioni diano vita a un Parlamento che collabori con il prossimo esecutivo per aiutare il Paese dei cedri ad uscire da tale crisi.
Le previsioni del voto
La lira libanese ha perso il 90% del suo valore e per l’Onu almeno il 74% della popolazione vive in condizioni di povertà. Secondo i risultati preliminari, dovrebbero avere la meglio le forze politiche tradizionali, ma in alcune regioni potrebbero aver avuto più voti candidati indipendenti, in particolare nel Sud, roccaforte del movimento sciita Hezbollah che, nella precedente consultazione, ha prevalso insieme al Movimento Patriottico Libero e al movimento sciita Amal. Tuttavia nello spoglio dei voti sta andando bene il partito cristiano maronita. Le Forze Libanesi di Samir Geagea potrebbero quindi aumentare i seggi rispetto al 2018 e diventare il primo partito cristiano del Paese dei Cedri.
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