Michele Agostinetto dal Papa: porto la speranza per i malati di sclerosi
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
"Mi chiamo Michele, ho 44 anni e ho la Sclerosi Multipla". Così, il mondo del web, conosce e segue Michele Agostinetto nel blog "Un viaggio da sclero", aperto all'inizio dell'avventura che sta portando a termine attraverso l'Italia, un viaggio di vicinanza e di incoraggiamento a chi condivide una diagnosi e una "nuova esistenza", quella da malato di sclerosi multipla. "Una esperienza impossibile da spiegare quella di incrociare lo sguardo del Papa e stringere le sue mani. Il futuro non so, per ora importa arrivare fino in fondo". Così, ospite degli studi della Radio Vaticana, Michele di ritorno da Piazza San Pietro, sintetizza la sua esperienza di oggi all'Udienza generale:
Partito dal Veneto, la terra del suo papà, Michele è arrivato a Roma dopo le tappe a Ferrara, San Marino, Arezzo e Viterbo. In tutto saranno 87, con una media giornaliera di 26km da percorrere, una altezza massima da raggiungere di oltre 1000 metri, con uno zaino che peserà mediamente 12kg, un viaggio anche di notte e tra gli animali selvatici con la difficoltà più grande, la "sclerosi multipla" per la quale - come scrive Michele sul blog - " fatica e caldo sono la vera criptonite". Nella capitale è "al suo giro di boa", prima di affrontare l'ultimo tratto del viaggio che lo porta in Puglia, terra della sua mamma, dove Michele si ricongiungerà con la sua famiglia e il suo cagnolino. Loro sono la fonte della sua forza, da quando, nel 2020, gli è stata diagnosticata la malattia che, a causa dei dolori lo ha costretto a chiudere l'attività commerciale che gestiva, nel pieno della pandemia.
La vittoria più grande: far "rialzare"i malati come me
"Ho detto al Papa che sono arrivato dopo 1000 km fatti a piedi per incontrarlo, perché il mio viaggio è anche spirituale. Gli ho spiegato quello che faccio e mi ha detto 'Complimenti, bravo, porta forza a tutti quanti!' ". E' così? Gli chiediamo. "Sì, è quello che voglio fare. Ora non c'è più una raccolta fondi attiva per il mio viaggio, ora il mio è un cammino spirituale e un cammino insieme a tantissime persone che mi scrivono ogni giorno, mi seguono e, come me, si stanno allenando e rialzando. Questa per me è la vittoria migliore".
Dal dolore alla speranza, contro la cultura dello scarto
Una vita quella di Michele che finora riassume parlando di un "anno duro, trascorso prevalentemente sul divano e con le stampelle". " Un anno di dolore e sofferenze soprattutto mentali": ma dopo lo sgomento iniziale, lentamente, con gli allenamenti e la ginnastica, la decisione di reagire e di programmare questo viaggio in solitaria per dimostrare che "si può fare". La mia vita è cambiata, ci spiega, ho voluto "reimparare a camminare e ho voluto portare a tutti questa esperienza".
Oggi in Piazza San Pietro l'incontro con Papa Francesco che, parlando della malattia o della vita anziana, quella che manca di efficienza al cento per cento spesso parla di "cultura dello scarto". Che effetto fanno queste parole in chi nella vita quotidiana ha dovuto mettere un freno? Michele non ha dubbi: "Nulla capita a caso e questa malattia non è capitata a caso, mi ha fatto capire meglio cosa vuol dire vivere la vita con la voglia di vivere e con grande serenità". La sclerosi multipla è invisibile: "c'è ma non si vede e nessuno direbbe che sono malato, ma io non posso spiegare quello che provo. Occorre far capire però che associare la carrozzina alla sclerosi è un errore, perché ci impedisce di rialzarci. "Questo voglio dimostrare, e dopo aver incontrato il Papa porto con me una forza unica e inspiegabile".
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