La Fed alza i tassi. L'aumento più forte dal '94
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
+0,75%. E’ il maggiore rialzo dei tassi di interesse dal 1994 ad oggi: ad annunciarlo è la Federal Reserve per far fronte ad un’inflazione record. Prezzi troppo alti, osserva la Banca Centrale degli Stati Uniti, legati all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e ai lockdown da Covid in Cina che, probabilmente, accentueranno i problemi alle catene di approvvigionamento.
Impegno per inflazione al 2%
La Fed dunque prevede tassi di interessi al 3,4% alla fine del 2022 e al 3,8% nel 2023, ovvero entro fine anno un aumento da mezzo punto a tutte le riunioni. Siamo "fortemente impegnati" a far calare l'inflazione al 2%, “abbiamo gli strumenti e non c'è da aspettarsi che rialzi dello 0,75% dei tassi di interesse diventino una cosa comune”, assicura il presidente Jerome Powell che precisa: "non stiamo cercando di indurre alcuna recessione”.
Le reazioni dei mercati
Immediata la reazione delle borse: chiusura in netto rialzo ieri per Wall Street con il Nasdaq che arriva a guadagnare il 3%. Contratate le borse asiatiche. in apertura: a Tokyo il Nikkei sale dello 0,85%, Shanghai avanza dello 0,27% mentre Hong Kong vira in negativo dopo un avvio in rialzo e cede lo 0,85%. Segno positivo invece per le piazze europee in seguito alla decisione della Bce di "accelerare il completamento" dello scudo anti-spread.
Bce, uno scudo anti-spread
Le nuove misure prevedono un uso flessibile dei 1.700 euro di bond comprati col programma pandemico, da reinvestire man mano che arriveranno a scadenza. In calo per la prima volta da una settimana lo spread che chiude a 216,5.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui