Voto in Francia: Macron frena, cresce la sinistra, a rischio la maggioranza di governo
Marco Guerra – Città del Vaticano
Il primo turno delle elezioni legislative in Francia segna un importante ridimensionamento per la coalizione di centro del presidente francese Emmanuel Macron, rieletto lo scorso aprile per il secondo mandato all’Eliseo. L'affluenza ha raggiunto solo il 47,51%, secondo il ministero dell'Interno, un minimo storico.
I risultati
In questa prima tornata delle politiche – il secondo turno si terrà domenica prossima – la maggioranza presidenziale ha raccolto il 25,75% delle preferenze, solo leggermente avanti rispetto alla coalizione di sinistra (25,66%) riunita attorno Jean-Luc Mélenchon. Le prime proiezioni danno alla coalizione di Macron la possibilità di mantenere la maggioranza assoluta di 289 parlamentari ma senza alcuna certezza, assegnando alla coalizione Ensemble! fra 270 e 310 seggi. La maggioranza di Macron è presente al ballottaggio in 417 circoscrizioni su 577, circa un centinaio in meno rispetto al 2017. Alla sinistra di Nupes (Jean-Luc Mélenchon) andrebbero 170-220 seggi. Terza forza il Rassemblement National di Marine Le Pen, che ha ottenuto fra il 18,5 e il 19,8% dei voti che potrebbero valere tra i 15 e i 30 seggi.
Gli scenari politici
Secondo alcuni analisti, se Macron non riuscisse ad ottenere la maggioranza assoluta ( il primo presidente dopo oltre due decenni) potrebbe chiedere il sostegno dei repubblicani di centro-destra che con l'11,3% dei voti possono sperare di avere tra i 40 ei 60 deputati. La sinistra riunita nella Nuova unione popolare ecologica e sociale ha ottenuto voto soprattutto nelle grandi città, la maggioranza di centro nella Francia Occidentale e il Rassemblement national al nord e nelle aree rurali.
Macron: siamo entrati in una "economia di guerra"
Questa mattina, inaugurando il salone Eurosatory, il presidente è tornato a parlare dicendo che la Francia è "entrata in un'economia di guerra" e che serve una riorganizzazione duratura. "Questo significa - ha precisato - anche un'economia in cui dovremo andare più veloci, riflettere in modo diverso", aggiungendo che questo cambio di passo servirà anche a "poter ricostituire più rapidamente ciò che è indispensabile per le nostre forze armate, per i nostri alleati, per tutti coloro che vogliamo aiutare". Nel corso del suo intervento il presidente francese ha quindi spiegato che serve un’industria di difesa europea molto più forte.
Niglia (Università di Perugia): emerge sfida al sistema liberale
L’economia e politica sociali sono state al centro della campagna elettorale ma per un analisi più profonda del voto abbiamo intervistato Federico Niglia, professore di Storia delle Relazioni internazionali all’Università per Stranieri di Perugia, secondo il quale le elezioni hanno tratteggiato un quadro complesso in cui emerge un filone di sinistra che si concentra sullo stato sociale, un tema da sempre molto sentito in Francia. “C’è una sfida chiara ad un determinato approccio liberale alla società – prosegue Niglia – una critica ad un modello neoliberale che si era imposto anche nei partiti di centro-sinistra, vengono rivendicati dei temi classici della sinistra”.
Leadership Macron più logorata
“In Base all’asseto costituzionale francese c’è una sovrapposizione tra politica internazionale esercitata dal presidente politiche interne guidate più dalle camere, un parlamento non sincronizzato con l’Eliseo vuol dire una situazione più complicata” spiega ancora Niglia. “La leadership di Macron non viene azzoppata - conclude Niglia - ma certamente questo lo esporrà il presidente ad un fattore di logoramento maggiore tenendo presente che continua ad avere un suo peso anche la destra di le Pen”.
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