Finanza e diseguaglianze: il potere dei tassi e dei mercati
Fausta Speranza – Città del Vaticano
L'aumento dei tassi di interesse era "ampiamente atteso", ma bisogna fare in modo che avvenga senza "shock" e "tensioni non necessarie". Così, alla riunione ministeriale a livello Ocse presieduta dall'Italia, il ministro dell'Economia Daniele Franco ha commentato la decisione, ieri, della Banca Centrale Europea (Bce) di passare da meno 0,50 a meno 0,25. Da più parti arrivano raccomandazioni a calibrare i possibili rialzi da settembre in poi nel contesto attuale del caro energia e dell’inflazione. Le banche centrali sono chiamate a cercare di tracciare una traiettoria che tenga in considerazione i fattori alla base dell'aumento del tasso di inflazione.
Conseguenze evidenti
E’ normale che la possibilità che si alzino i tassi preoccupi Paesi e consumatori che hanno debiti e mutui a tasso variabile, mentre sembra meno immediato capire perché le Borse, che dovrebbero vedere con favore costi più alti del denaro e dunque ricavi più alti per gli istituti di credito, abbiano reagito male nel giorno dell’annuncio. Di questo e di diversi altri aspetti abbiamo parlato con Angelo Deiana, esperto di servizi finanziari e presidente di Confassociazioni:
Nelle parole di Deiana risulta subito chiaro che il percorso di rialzo dopo anni di valore del denaro al tasso negativo o praticamente pari allo zero era già dato per scontato dai mercati. Ricorda che si tratta sempre di un passaggio – da meno 0,50 a meno 0,25 – sotto il segno negativo e spiega che i mercati avrebbero dovuto già immaginare questo passaggio e i prossimi. Aggiunge che ovviamente il contesto dell’inflazione grava sui cittadini in termini di prezzi così può farlo il rialzo dei tassi in termini di rate di mutuo variabile ma – specifica – si tratta di due fenomeni paralleli che in realtà non si aggravano l’uno con l’altro. Ricorda che il rialzo di tassi tocca in particolare un’immensa massa di obbligazioni che riflettevano tassi negativi o pari a zero che ora chiaramente perde valore. Ma Deiana afferma che non è questo il motivo per cui abbiamo assistito al contraccolpo delle Borse.
Motivazioni meno evidenti
Secondo Deiana, il contraccolpo in Borsa è dovuto a un fenomeno preciso che riassume dicendo che “il sistema è dopato”, cioè – spiega – l’enorme massa monetaria che negli ultimi anni è stata immessa nel circuiti, compresa l’immissione massiccia decisa di recente dalla Federal Reserve statunitense dopo quella legata alla pandemia, ha permesso quotazioni particolarmente elevate che non sempre corrispondono al reale valore di alcuni titoli. Dunque, secondo Deiana, sarebbero proprio queste sovrastime a rischiare di essere messe a nudo nel momento del rialzo dei tassi. Si potrebbero palesare utili prospettici reali ma anche situazioni che Deiana descrive parlando di utili che galleggiano su un’enorme fittizia massa monetaria.
Il dramma diseguaglianze
Bisogna ricordare che sullo sfondo – ribadisce - ci sono le diseguaglianze sempre più crescenti. Ed è proprio in relazione a questi lati oscuri del sistema che si evidenziano i più grossi rischi che aumenti sempre di più il divario tra ricchi sempre più ricchi e fasce sempre più deboli. E questi rischi – avverte – sono anche fortemente connessi alle grandi trasformazioni in atto dall’analogico al digitale.
Innovazione e riflessi normativi
Siamo dentro una grande rivoluzione tecnologica: quella della digital transformation. Un mondo nuovo che trasforma i modelli di business del sistema bancario e finanziario verso la creazione di nuovi mercati e che dunque chiede nuove normative, nuove regolamentazioni. Deiana riassume così due grandi processi: quello che riguarda Big Data e Advanced Analytics sono al centro dei programmi di digital transformation della maggior parte delle istituzioni bancarie, mentre l’approccio data-driven sta influenzando e guidando il cambiamento di processi e modelli di business del settore finanziario. Senza dimenticare – aggiunge Deiana - i possibili lati oscuri di questi processi innovativi conseguenti all’ingresso sul mercato delle grandi corporation del Big Tech (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft) e del sistema delle cryptovalute.
Benefici e rischi
Deiana chiarisce subito che si deve parlare di benefici che il mondo fintech sta portando in termini di innovazione, stabilità e inclusione, per poi spiegare che, però, la velocità e la pervasività dei cambiamenti introdotti causano nuovi rischi e timori, rendendo difficile per i regolatori tenere il passo delle novità introdotte. Per questo – sostiene - i servizi finanziari innovativi e le startup fintech devono prepararsi ad un’ondata di novità regolamentari. L’esperto parla di Fintech, cioè finanza e tecnologia, per ricordare che esistono vari sistemi che si servono della cosiddetta Intelligenza Artificiale per migliorare e velocizzare l’impatto dei processi normativi e di conformità. In questo ambito – aggiunge - le principali aree da affrontare in termini di regolamentazione sono la cybersecurity e protezione dei dati, l’interoperabilità dei servizi Fintech all’interno della UE, la sperimentazione controllata delle nuove tecnologie e strumenti di verifica, definiti stress-test.
La sostanza dell’appello alla Bce
Deiana dunque ribadisce che il rialzo di tassi che per anni sono stati di segno negativo era, ed è, fisiologico e spiega che non è questo il punto. Spiega che il cuore della questione sta in quello che bisogna chiedere alle istituzioni: l’Unione Europea, la Bce, l’European Banking Authority (Eba), le varie banche centrali dei singoli Paesi sono chiamate – afferma - a monitorare lo sviluppo della tecnologia in ambito finanziario con il difficile compito di salvaguardare l’interesse pubblico. Si tratta – spiega – di garantire un equilibrio tra opportunità e rischi offerti dal processo innovativo, in particolare nell’ottica di monitorare i processi concorrenziali e, soprattutto, di tutelare i consumatori/clienti. Proprio questi ultimi, infatti, già soffrono del sempre maggiore livello di diseguaglianze e rischiano di vedere accentuato il gap.
Proposte
In particolare – suggerisce Deiana - bisognerà rendere note le modalità di funzionamento degli algoritmi, che dovranno quindi essere sviluppati in modo più semplice e comprensibile, per meglio adattarli ai meccanismi di controllo e agli standard legali e normativi. È arrivata l’era – spiega – della cosiddetta “due diligence” sugli algoritmi, cioè la dovuta diligenza.
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