Ucraina, russi verso Lysychansk. Il G7 valuta nuove sanzioni contro Mosca
Marco Guerra – Città del Vaticano
La pressione russa sull’Ucraina orientale non si attenua. Nella regione di Kharkiv, seconda città del Paese, i bombardamenti nelle ultime 24 ore hanno causato la morte di 10 civili e il ferimento di altri 10, secondo fonti militari locali. Nella regione di Luhansk, si segnalano ancora combattimenti per Severodonetsk e l’avanzata dei russi verso Lysychansk.
Oltre 300 bambini uccisi
La guerra non risparmia nemmeno i bambini, il bilancio dei minori uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa è salito a 324, lo ha reso noto l’ufficio del procuratore generale del Paese. I minori feriti sono almeno 597. La maggior parte delle vittime è stata registrata nella regione di Donetsk (308). Bilancio pesantissimo anche per l’esercito russo, secondo fonti di Kiev sono circa 34.430 i soldati russi uccisi, di cui 200 nelle ultime 24 ore. L’esercito ucraino indica anche 216 caccia, 183 elicotteri e 620 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 1504 carri armati russi, 756 pezzi di artiglieria, 3632 veicoli blindati per il trasporto delle truppe e 14 navi.
Zelenski: accelerare fornitura armi
Nel consueto video-messaggio notturno il presidente ucraino Zelenski ha esortato gli alleati ad accelerare la fornitura di armi pensanti. Il blocco Occidentale e i Paesi Nato dal canto loro si mostrano compatti, sostenendo la decisione della Lituania di bloccare il transito di alcune merci dalla Russia a Kaliningrad, l’enclave russa sul mar Baltico. Mosca minaccia una risposta che "risiederà nel campo pratico e non in quello diplomatico" ma la Finlandia è si detta pronta a combattere se attaccata.
Biden chiederà nuove sanzioni
E c’è attesa per i vertici Nato a Madrid e del G7 in Germania, la prossima settimana, dove il presidente Usa Biden proporrà ai leader nuove misure contro la Russia. Infine l’Onu è a lavoro ad Istanbul per arrivare a colloqui tra Mosca e Kiev, con la mediazione della Turchia, per sbloccare i porti del Mar Nero e riprendere l’export del grano ucraino.
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