Guerra in Ucraina, armi e gas in primo piano e la speranza Bali
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Le sanzioni e l'invio di armi da un lato, le minacce e i tagli delle forniture di gas dall’altro. Continua lo scontro tra Russia e Unione Europea, così come tra Cremlino e Casa Bianca. Se 24 ore fa Mosca aveva ammonito dal continuare ad armare Kiev, oggi è Zelensky a sottolineare come le nuove armi ricevute stiano dando i primi risultati. Il presidente ucraino ha spiegato che i nuovi armamenti hanno consentito di prendere di mira i magazzini russi e altre aree "importanti per la logistica". I contrattacchi ucraini hanno "drasticamente ridotto il potenziale offensivo della Russia", ha aggiunto, permettendo "alle truppe ucraine di avanzare in diverse direzioni tattiche, come nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia". Il ministro degli esteri russo Lavrov lancia un nuovo attacco ai Paesi occidentali, "responsabili – dice - della morte dei civili nel Donbass e in altre parti dell'Ucraina" per la fornitura di armi a Kiev. La presidente della Commissione Europea von der Leyen avverte su nuovi tagli di Mosca all’esportazione di gas e c'è anche l'ipotesi che si rischi uno stop totale.
Il vertice di Bali
La guerra in Ucraina sarà al centro della ministeriale Esteri del G20 in programma oggi e domani a Bali, in Indonesia. Una riunione che vedrà il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov seduti al tavolo per la prima volta dall'inizio del conflitto. Al momento non sembra essere in programma un bilaterale tra i due, mentre è stato annunciato l'incontro, a margine della riunione, tra Blinken e l'omologo cinese Wang Yi. Secondo la stampa statunitense il presidente Joe Biden si starebbe preparando a revocare alcuni dazi imposti alle importazioni cinesi durante l'era Trump. A differenza del recente G7, a Bali Stati Uniti ed Unione Europea si troveranno a discutere con Paesi che non hanno condannato con altrettanta fermezza l'invasione russa dell'Ucraina, il che rende comunque difficile, ma non impossibile pensare che si arrivi ad un accordo per contrastare le conseguenze energetiche ed alimentari del conflitto in Ucraina.
La situazione a Severodonetsk
Circa 7-8mila persone rimangono ancora bloccate nella città orientale di Severodonetsk, ma presto vivranno in "condizioni orribili" senza acqua, gas o elettricità. E' l'allarme lanciato da Oleksandr Striuk, capo dell'amministrazione militare di Severodonetsk, come riportato dai media britannici, che sottolineano come le forze russe abbiano distrutto i servizi di pubblica utilità in questa città chiave nella regione del Donbass e stanno cercando personale che li aiuti a ripristinarli, ma quasi nessun membro del personale è rimasto a Severodonetsk perché evacuati. Sono oltre 21mila i crimini di guerra presumibilmente commessi dalle forze russe oggetto di indagine da parte delle autorità ucraine. Lo riferisce il procuratore generale dell'Ucraina, Irina Venediktova. L'ufficio di Venediktova riceve ogni giorno segnalazioni di almeno duecento crimini di questo tipo, secondo quanto riportato da Nexta Tv.
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