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Il presidente della Repubblica Mattarella riceve il dimissionario presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi Il presidente della Repubblica Mattarella riceve il dimissionario presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi 

Italia: Draghi si dimette. Al voto il 25 settembre

In Italia il presidente del Consiglio, dopo aver riferito al presidente della Repubblica Mattarella in merito alla discussione e al voto al Senato, ha reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto. Il presidente ne ha preso atto e ha sciolto il Parlamento. L'esecutivo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti

Fausta Speranza - Città del Vaticano

Il presidente della Repubblica ha sciolto il Parlamento. L'Italia andrà alle urne il prossimo 25 settembre, pertanto i simboli e i programmi andranno presentati al Ministero degli Interni tra venerdì 12 e domenica 14 agosto. "Non era possibile formare una nuova maggioranza - ha detto Sergio Mattarella dopo le dimissioni di Draghi", sottolineando che il governo  ha "gli strumenti per operare prima che si formi il nuovo esecutivo" e che "non sono possibili pause nel momento che stiamo attraversando". L'augurio del Capo dello Stato è che "pur nell'intensa e a volte acuta dialettica della campagna elettorale, vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell'interesse superiore dell'Italia".

Nel pomeriggio c'era stato il colloquio tra il presidente della Repubblica Mattarella e i presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati.  Stamattina Sergio Mattarella aveva ricevuto al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, il quale, dopo aver riferito in merito alla discussione e al voto di ieri presso il Senato, aveva reiterato le dimissioni sue e del governo da lui presieduto.

Il governo per gli affari correnti

Il governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti. Secondo la prassi, si prevede un’autolimitazione del governo che non ha più la pienezza dei poteri. Dovrebbe significare che non ha capacità programmatica e quindi che non si fanno disegni di legge (Finanziaria inclusa), non si approvano decreti legislativi (come quelli della riforma fiscale e della riforma della giustizia), salvo eccezioni imposte da scadenze imminenti (il Piano nazionale ripresa resilienza, Pnrr). Non si ipotizzano nomine. Si concludono le attività già in corso e, al bisogno, si affrontano imprevisti. In caso di emergenza si possono emanare decreti legge.  

Le elezioni politiche si svolgeranno domenica 25 settembre. Pertanto i simboli e i programmi andranno presentati al Ministero degli Interni tra venerdì  12 e domenica 14 agosto. Le liste, i candidati per i collegi uninominali e le firme per i partiti non esentati andranno presentati nelle Corti d'Appello domenica 21 e lunedì 22 agosto.

Il passaggio alla Camera

Alle 9:00 del mattino Mario Draghi si era recato alla Camera dei Deputati dove ha ricevuto un lungo applauso. Ha riferito di recarsi al Quirinale, pertanto la seduta era stata aggiornata alle 12:00.

Il voto al Senato

Draghi non è stato di fatto sfiduciato: ieri il voto al Senato si è chiuso con 95 voti a favore e 38 contrari: erano 192 i senatori presenti, 133 i votanti. Ma Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle  non hanno votato e dunque non si è trattato della fiducia per "un nuovo patto" così come richiesto da Draghi nel suo discorso di ieri. 

Ultimo aggiornamento ore 19.40

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21 luglio 2022, 10:21