Ancora violenza in Somalia già piagata da quattro anni di carestia
Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Ieri, l'ennesimo attacco suicida del gruppo terroristico al-Shabaab. Ad essere preso di mira, un popolare hotel nella citta' di Jowhar - a circa 90 chilometri dalla capitale della Somalia, Mogadiscio - frequentato dalle autorità regionali. Cinque i morti e tra i feriti - i media locali parlano di 14 persone almeno - anche il ministro della Salute e l'ex vicepresidente del parlamento della regione autonoma di Hirshabelle. "Il Partito dei Giovani", indicato anche come "Movimento di Resistenza Popolare nella Terra delle Due Migrazioni", da dieci anni sta terrorizzando il Paese africano per imporre la legge islamica e, negli ultimi mesi, ha intensificato i suoi attacchi.
Dieci anni di terrore
Al-Shabaab è ritenuto responsabile dell’incertezza politica e sociale del Paese, già spezzato dal susseguirsi di tragiche crisi umanitarie, con omicidi di pacifisti somali, operatori umanitari internazionali, figure della società civile e giornalisti. Ma la responsabilità più grave è quella di aver bloccato la consegna degli aiuti di alcune agenzie di soccorso occidentali durante la carestia del 2011 che ha portato alla morte migliaia di somali.
Un susseguirsi di crisi umanitarie
Come riportato dal Cesvi, organizzazione umanitaria italiana, fondata nel 1985, gli ultimi decenni hanno visto la Somalia flagellata da continue crisi umanitarie con conseguenti sfollamenti massivi e persistenti. Anche quest'anno, purtroppo, la situazione rimane drammatica a causa della siccità, che non allenta la sua morsa, di un conflitto ancora in corso e dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari a livello globale, aggravato in modo significativo dalla guerra in Ucraina.
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