Cerca

Gerry Shingouz (ph. Marine Henriot) Gerry Shingouz (ph. Marine Henriot) 

Una sopravvissuta delle scuole residenziali: in lutto per i tanti bambini mai tornati

Gerry Shigouz, vittima delle politiche di assimilazione culturale, come i suoi tre fratelli, offre una testimonianza di coraggio in difesa di quanti non ce l'hanno fatta. Presente all'incontro con il Papa a Maskwacis confida in un reale e autentico percorso di scuse e riconciliazione

Francesca Merlo - Città del Vaticano

Gerry Shigouz si trova a Maskwacis, vicino a Edmonton, in Canada, per ascoltare le parole di Papa Francesco che sta attraversando il Paese nel suo "pellegrinaggio penitenziale". Nell’intervista alla nostra inviata Marine Henriot confessa di essere a disagio alla luce della sua esperienza e dei traumi vissuti in prima persona e riportati dai suoi familiari. 

Condividere il dolore per amore di verità

Gerry ha frequentato la Muscoweguan Residential School dal 1962 al 1971. "Mio fratello George l'ha frequentata per undici anni, mia sorella Darlene per dieci e la mia sorellina Connie per sei", ma Gerry non è sempre stata in grado di parlare di quegli anni. Ha iniziato a condividere la sua storia con altri studenti solo nel 2015. Da allora è cominciato un percorso di condivisione del proprio vissuto con circa 15.000 persone, dalle scuole elementari all'università. "Condivido la mia storia perché mi piace far conoscere la verità sulla nostra storia e su quello che è successo, in modo che le persone sappiano" perché, ha aggiunto, "non l'hanno imparato a scuola". "Il mondo deve sapere cosa sta succedendo", ha sottolineato Gerry. Ha ricordato la visita di una delegazione indigena in Vaticano nell'aprile scorso. Ha desiderato precisare che non è stato fatto alcun cenno alle centinaia di bambini che ancora oggi si trovano nei terreni delle scuole residenziali. "Voglio che le persone sappiano che sono in lutto. Noi siamo in lutto e ci dispiace per quei bambini che non sono mai tornati a casa".

Il "coraggio" di partecipare agli incontri con il Papa

A Gerry è servito molto coraggio per partecipare agli eventi organizzati a Edmonton per la visita di Papa Francesco. Ha interrotto i suoi rapporti con la Chiesa nel 2010, lo stesso anno in cui ha rivelato gli abusi subiti e ha iniziato a parlare dell'accaduto. "Desidero che le scuse siano sincere e genuine" e che "ci si assuma la responsabilità per i danni e i torti subiti". Gerry ha raccontato che il suo coraggio deriva dalla persona che è lì a rappresentare. "Sono qui oggi per difendere mio fratello George. George non ha mai potuto condividere la sua storia. Non è mai diventato padre. Non si è diplomato, perché ha subito un trauma enorme nella scuola residenziale". Insieme a George, Gerry è qui per i suoi genitori: "Mia madre e mio padre, perché i loro figli sono stati portati via. "Oggi, sono qui nel loro ricordo".

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

26 luglio 2022, 11:15