Sri lanka: i sostenitori di Wickremesinghe festeggiano Sri lanka: i sostenitori di Wickremesinghe festeggiano 

Sri Lanka: Wickremesinghe eletto presidente

Dopo le dimissioni del capo dello Stato, Gotabaya Rajapaksa, a causa delle manifestazioni antigovernative, oggi il parlamento ha eletto il nuovo presidente. Si tratta del premier, già presidente ad interim, Ranil Wickremesinghe, il quale ha annunciato l’avvio di un processo di riconciliazione nazionale

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Stop alle manifestazioni oggi nello Sri Lanka, dove il Parlamento ha eletto il nuovo presidente, dopo l’uscita di scena di Gotabaya Rajapaksa, costretto a lasciare il Paese a causa delle dimostrazioni popolari contro l’atteggiamento del governo di fronte alla grave crisi economica che sta colpendo la società. I 225 deputati del parlamento sono stati chiamati a scegliere tra tre candidati: il vincitore premier e presidente ad interim, Wickremesinghe, che ha avuto la meglio sull’ex ministro della Comunicazione, Dullas Alahapperuma, e sul leader della sinistra, Anura Dissanayake. Il nuovo capo dello Stato ha ottenuto 134 preferenze. Gli altri due candidati, rispettivamente 82 e 3 voti.

Occorre un Paese unito

Nelle sue prime dichiarazioni Wickremesinghe ha subito messo in evidenza l’esigenza di avviare nello Sri Lanka un processo di pacificazione interna. “Le divisioni sono terminate”, ha sottolineato di fronte alla perdurante e storica crisi politica ed economica. Ora, secondo gli osservatori, bisognerà vedere come risponderà la piazza, che vede in Wickremesinghe un continuatore della politica di Rajapaksa, e se lo stesso neopresidente riuscirà a dialogare con la società, proponendo un valido programma per uscire dalla crisi.

Ipotizzando il quadro del futuro del Paese, il giornalista esperto di Asia, Stefano Vecchia parla di diversi aspetti problematici che ancora non sono stati risolti e del timore di un inasprimento sociale:

Ascolta l'intervista a Stefano Vecchia

Riuscirà il nuovo presidente in un'opera di distensione sociale, come ha detto nelle sue prime dichiarazioni?

Se uno dovesse rispondere, secondo una prima impressione, si potrebbe dire che si conferma in qualche modo come in Sri Lanka la vita politica, sembri essere autoreferenziale, avulsa totalmente da quella che è la in realtà di grande difficoltà per la popolazione dopo mesi in cui praticamente manca di tutto, specie le cose essenziali, medicinali, cibo e carburanti da quando il Paese è stato dichiarato in default per il debito estero. Di fatto non hanno più soldi per acquistare nulla all'esterno, questo a causa anche di politiche economiche dissennate e di un fortissimo indebitamento verso creditori stranieri. Proprio negli ultimi giorni era cresciuta già la tensione nei confronti del nuovo presidente: era stata assalita prima la sua abitazione privata e poi  il palazzo del governo. Quindi è difficile capire a questo punto come potrà giustificare nuovamente un suo ritorno al potere, ricordo, per la sesta volta in 45 anni di carriera politica e in sostituzione di un presidente costretto all'esilio, Rajapaksa, al potere lui e la famiglia, dal 2000.

Una situazione dalla quale lo Sri Lanka non può uscire da solo?

Ci sono contatti in corso da tempo con il Fondo Monetario Internazionale per un prestito che consenta almeno di acquistare il necessario per la sopravvivenza di milioni di abitanti, in attesa che però - cosa fondamentale -  i creditori ristrutturino il credito verso il Paese. Stiamo parlando di Giappone, Cina e della Banca mondiale.

C'è il rischio che questa protesta popolare sfoci nella violenza. Ci sono stati attentati molto sanguinosi come quello della Pasqua di qualche anno fa?

Direi di sì, ricordo che nel passato primi ministri e presidenti sono stati anche uccisi. Quindi la situazione può sfuggire di mano e lo hanno dimostrato gli eventi delle ultime settimane. Giorni fa anche alla nomina da presidente ad interim Wickremesinghe, aveva imposto la legge d'emergenza su tutto il paese, proprio attivando le forze di sicurezza militari, paramilitari e di polizia per controllare eventuali situazioni di tensione.  Ed è probabile che questo possa essere utile nelle prossime ore e nei prossimi giorni, salvo che non si punti, come in passato, ad una soluzione militare ovverosia, l'imposizione della legge marziale. In questo modo le carte sarebbero completamente ribaltate. Sicuramente il Paese non ne trarrebbe beneficio perché proprio dalla stabilità, dalla sua posizione geografica e dall'apertura verso l'estero, il Paese ha tratto le sue carte vincenti nei decenni passati.

 

 

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20 luglio 2022, 11:10