Sud Sudan. Partorire in sicurezza, l’ospedale di Yirol
Francesca Sabatinelli - Yirol
A separare Rumbek da Yirol, nello Stato dei Laghi, sono poco più di cento chilometri, ma la strada può portare via anche quattro ore di auto, quando non ci sono le piogge e le mandrie di mucche a rendere tutto più complicato. È percorrendo questa fettuccia di terra rossa che, quando ormai il territorio è già quello di Yirol, si incontra il Phcc, Primary Health Care Center, di Aluak Aluak, unità sanitaria di II livello, uno dei sei centri supportati da Medici con l’Africa Cuamm nel governatorato di Yirol. “Seguiamo donne in gravidanza – spiega l’ostetrico Stephen Obulejo – le assistiamo nel parto e nel post nascita, offriamo un servizio medico per i bimbi al di sotto dei cinque anni e un servizio di emergenza ostetrica”. È qui che fanno riferimento oltre 25mila persone che, altrimenti, non avrebbero alcun tipo di assistenza sanitaria e che, nei casi più gravi, si rivolgono all’ospedale di Yirol.
Le sfide per la sanità
L’ospedale governativo, di riferimento per tre contee, si rivolge a circa 300mila persone. E proprio a Yirol, nel 2006, è iniziata l’attività del Cuamm in Sud Sudan che, nel 2008, ha ristrutturato e inaugurato il nosocomio che ad oggi, grazie a questo intervento, costituisce in Sud Sudan la struttura tra le più importanti per quanto riguarda il parto in sicurezza. Il dottor Paul Lubega, che ne è il coordinatore, racconta i progressi finora compiuti, al servizio di una popolazione in espansione e in gran parte isolata. Una delle sfide più importanti, spiega il medico, è trovare personale sanitario qualificato con il quale affrontare le patologie che più spesso si presentano: malaria, che in questa area è endemica, infezioni respiratorie, Hiv. In un territorio così remoto, dove la sanità è estremamente povera, spesso i pazienti, diffidenti nei confronti della struttura sanitaria, arrivano quando le patologie sono in fase avanzata, un problema molto importante, che diventa gravissimo quando si tratta di bambini sotto i cinque anni in forte stato di malnutrizione, spesso ricoverati in condizioni estreme.
L'importanza della tradizione
In questo ospedale, che offre la possibilità alla popolazione locale di effettuare vaccinazioni, visite pre-natali e screening della nutrizione, si è raggiunto un traguardo fondamentale: dare una risposta alle emergenze ostetriche della regione. Cuamm ha così avviato un progetto avanzato, sia in termini di risorse umane che di infrastrutture, in grado di affrontare la maternità, intesa come cure prenatali, parto e successivo monitoraggio per mamma e neonato, arrivando inoltre ad attivare un servizio di ambulanza a disposizione delle future mamme che possono chiamare direttamente in caso di pericolo. Si tratta di una sfida importante per il Cuamm e l’ospedale, che hanno coinvolto nel loro progetto una figura fondamentale per la società tipicamente africana di Yirol, quella delle levatrici tradizionali, che ricevono incondizionata fiducia dalle partorienti e dalle loro famiglie per aver fatto nascere intere generazioni di bambini. È dal 2014 che le levatrici tradizionali sono presenti nell’ospedale per accogliere e rincuorare le future mamme e i loro cari che, in questo modo, si sentono in un ambiente famigliare e sicuro, dove non temono successivamente di tornare, pur sfidando ancestrali tradizioni.
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