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Soccorritori al lavoro tra le macerie di uno dei palazzi distrutti domenica mattina da un missile russo a Chasiv Yar, nella regione di Donetsk Soccorritori al lavoro tra le macerie di uno dei palazzi distrutti domenica mattina da un missile russo a Chasiv Yar, nella regione di Donetsk 

Ucraina: missile su un palazzo a Kharkiv, a Chasiv Yar sale il numero delle vittime

Si aggrava il bilancio del bombardamento che ieri mattina ha colpito, in una cittadina della regione di Donetsk, due edifici residenziali: ci sarebbero ancora 22 persone sotto le macerie. Il presidente Zelensky promette di far giudicare i militari russi “che uccidono civili deliberatamente”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Nell’Ucraina arrivata al 138.mo giorno di guerra, mentre rischia di salire ancora il bilancio delle vittime, al momento 17, del missile russo che ieri mattina ha colpito la cittadina di Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, un altro missile, nelle prime ore di oggi, ha distrutto un edificio residenziale di sei piani nella città di Kharkiv, sempre nell’Ucraina orientale. Non è ancora possibile conoscere il numero dei morti. Mentre sotto le macerie dei due palazzi colpiti a Chasiv Yar ci potrebbero essere ancora 22 persone, tra le quali un bambino di nove anni. Sei quelle finora portate in salvo.

Zelensky: chi ordina o esegue gli attacchi, non può non sapere

Il presidente ucraino Zelensky, in un video, ha promesso di portare davanti alla giustizia i militari di Mosca che stanno devastando le città ucraine, seminando morte tra i civili. “Tutti coloro che ordinano tali attacchi – ha dichiarato - tutti quelli che li eseguono nelle nostre città, nelle aree residenziali, uccidono deliberatamente. Dopo tali attacchi, gli assassini non potranno dire di non sapere o capire”.

Kiev prepara un milione di soldati per riconquistare il sud

Il ministro della difesa di Kiev, Reznikov, ha annunciato intanto la mobilitazione di un milione di soldati, equipaggiati con armi occidentali, per recuperare i territori meridionali e costieri occupati da Mosca, considerati di vitale importanza per l’Ucraina. Sempre in vista di operazioni offensive per la riconquista di città, la vicepremier Vereshchuk ha invitato di nuovo i residenti delle zone occupate delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia ad evacuare il prima possibile “affinché le forze armate ucraine non mettano in pericolo la popolazione civile durante il loro attacco”.

Appello dei parenti dei difensori dell'Isola dei Serpenti

Domenica sera i parenti dei 75 prigionieri ucraini dell’Isola dei Serpenti, catturati all’inizio dell’invasione russa, hanno lanciato un appello in tv per avere notizie dei loro cari, perché la Croce Rossa, alla quale si sono rivolti, ha risposto che il Cremlino non consente di poterli vedere né fornisce informazioni. Nemmeno i servizi segreti ucraini “hanno dato risposte concrete” lamentano i familiari dei militari. Nelle scorse settimane alcuni soldati in mano russa sono tornati a casa grazie a uno scambio di prigionieri, dopo essere stati dati inizialmente per morti.

Volodin (Duma): il nostro attacco ha evitato un disastro umanitario

Intanto a Mosca, il presidente della Duma Volodin, sempre in tv, ha dichiarato che l’ “operazione militare speciale” in Ucraina non ha portato il mondo più vicino a una guerra mondiale ma ha, anzi, evitato un simile scenario. Perché, ha sostenuto, le truppe di Kiev “erano già state portate ai confini del Donbass e tutto ciò avrebbe potuto sfociare in un disastro umanitario, un enorme numero di vittime. Così il mondo avrebbe davvero potuto affacciarsi sull’abisso, alla soglia di una grande guerra”, ha proseguito il presidente del parlamento russo. Al giornalista che gli chiedeva se non ci trovassimo comunque davanti a un simile rischio, Volodin ha risposto di no. “È chiaro – ha aggiunto - che la situazione attuale avrebbe potuto essere risolta anche con mezzi pacifici. Ma questo non sarebbe stato di beneficio per gli Stati Uniti o coloro che sono schierati con loro”.

Questa settimana telefonata Biden-Xi Jinping

Il segretario di Stato statunitense Blinken ha annunciato che la prevista telefonata tra il presidente americano Biden e quello cinese Xi Jinping dovrebbe avvenire questa settimana, ma ha anche ridimensionato le aspettative su un faccia a faccia tra i due leader a margine del G20 in Indonesia a novembre. “È troppo presto per dire cosa accadrà”, ha detto. E crescono infine le preoccupazioni sul gas: oggi chiude per 10 giorni il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 1 per lavori di manutenzione, e il ministro delle Finanze francese Le Maire invita l’Europa a prepararsi: “Il taglio totale delle forniture di gas è lo scenario più probabile”.

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11 luglio 2022, 09:10