L’Aquila, teatro a cielo aperto per la Perdonanza Celestiniana
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
La presenza di Papa Francesco alla Perdonanza Celestiniana, primo pontefice in 728 anni ad aprire la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, domenica 28 agosto, riempie l’Aquila di orgoglio ed emozione e risponde ad una secolare aspirazione della città che, già dal 19 agosto, sta vivendo un intenso calendario di eventi istituzionali, ai quali dal 23, si sono aggiunti appuntamenti artistici. Un calendario di concerti e spettacoli frutto del lavoro del direttore artistico, il maestro Leonardo De Amicis, che si susseguiranno fino al 30 agosto.
Il futuro e la pace
“E’ per tutti noi un avvenimento eccezionale – spiega De Amicis – che ci porta alla ribalta. La presenza del Papa è un sigillo sacro e universale, per gli aquiliani è la Perdonanza, un evento straordinario, il coronamento di un sogno antico che quest’anno si realizza”. Filo conduttore degli spettacoli è quello del futuro e della pace, sia la cerimonia di apertura che quella di chiusura, il 30 agosto, si ispirano a questo tema. “Si parlerà del futuro – prosegue il direttore artistico – di quello che riusciamo a preparare per i nostri figli e per chi verrà. Se ci si guarda attorno si capisce che è un argomento che non si può lasciare andare”.
La partecipazione dell’intera città
Ad emozionare De Amicis, al suo quinto anno di direzione artistica, è soprattutto la partecipazione della città. “Tutti gli ospiti che vengono, interagiscono, ad esempio, con i ragazzi del Conservatorio dell’Aquila, tutti giovani, così come le compagini corali. Ho rimesso al centro la Perdonanza e anche la festa delle persone, ossia noi non andiamo sul palco per le persone, ma andiamo con loro, per far sentire la città al centro di questa cosa”. Il filo dunque è il futuro, ma lo sono anche condivisone, resilienza e perdono. L’Aquila sarà, fino al 30 agosto, un teatro a cielo aperto, con la serata finale affidata a Claudio Baglioni e al suo concerto dal titolo Pace a noi. “Verrà qui – conclude De Amicis– portando i suoi artisti, ma utilizzando anche l’orchestra del Conservatorio e i cori, perché l’Aquila è una città di tradizione di corali”.
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