Nancy Pelosi visita Taiwan, sale la tensione tra Cina e Stati Uniti
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Appena atterrata all'aeroporto di Taipei, alle 17 ora italiana, la speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, terza carica politica a Washington, ha spiegato di essere nell’isola per ribadire l’impegno americano per la democrazia e di non voler contraddire la politica statunitense nell’area. E nel primo incontro al parlamento taiwanese ha assicurato: “Veniamo in pace nella regione”. Inoltre ha ribadito che Washington non abbandonerà il proprio impegno nei confronti di Taiwan.
La reazione della Cina
Pechino, che considera l’isola una propria provincia ribelle, e questa visita una grave provocazione, ha subito condannato con fermezza l’iniziativa diplomatica, interpretata come “una violazione della sovranità e dell'integrità territoriale cinesi”, alla quale faranno seguito “azioni mirate”. Il governo cinese ha convocato in piena notte l'ambasciatore statunitense Burns per chiarimenti, annunciando “importanti esercitazioni militari, anche a fuoco vivo” da giovedì a domenica, nelle acque intorno a Taiwan.
Violazioni dello spazio aereo e ritorsioni economiche
Dal canto suo Taipei ha denunciato che ieri sera 21 jet militari di Pechino sono entrati nel suo spazio di identificazione. La Cina ha annunciato anche ritorsioni economiche contro l’isola, come lo stop all’esportazione a Taiwan di sabbia per l’estrazione del silicio per i semiconduttori, prima ricchezza industriale dell’isola, e il blocco dell’import di agrumi da Taipei. La crescente tensione ha indotto la Casa Bianca a una nota di precisazione: “Non sosteniamo l'indipendenza di Taipei, ma Nancy Pelosi ha il diritto di effettuare questa visita”.
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