FederAnziani: "Le 10 regole salvavita per fronteggiare il caldo"
Giulio Bultrini - Città del Vaticano
I cambiamenti climatici stanno portando ad avere inverni più caldi ed estati più torride e come sempre accade, anche quest’anno le masse d’aria calda avvolgeranno tutto il territorio italiano portando a drastici aumenti di temperatura. Il sistema di rilevazione delle ondate di calore del Ministero della Salute italiano indica come in queste settimane molte città siano “esposte a rischio” in riferimento alle temperature. Per questo ed altri motivi, Federanziani - l’associazione a tutela dei diritti e delle condizioni della vita degli anziani - ripropone il suo decalogo “anti-caldo”. Un insieme di regole che ha lo scopo di aiutare a prevenire l’insorgere di complicazioni in soggetti a rischio, come anziani e persone con forti disabilità. In realtà il decalogo funziona grazie ad una base di dieci principi validi per tutti, giovani compresi, ma che si rivelano particolarmente efficaci se applicate a soggetti le cui difese immunitarie sono indebolite dall’età.
Oltre al decalogo, le altre forme di aiuto
Il presidente di FederAnziani, Roberto Messina, mette in luce vari aspetti di cura e tutela, primo fra tutti la figura del “caregiver”.
Si tratta di una figura fondamentale nella società, una persona che si occupa di assistere soggetti con forti disabilità, anziani e malati gravi. In Italia, il 38% della popolazione tra i 15 e i 64 anni è direttamente ricollegabile al caregiver, spesso infatti sono proprio i parenti ad occuparsi dei propri cari più avanti con gli anni. Tuttavia questi assistenti non hanno l’unico scopo di aiutare chi ne ha bisogno, bensì anche di trarre insegnamento e conoscenza da chi ha più esperienza e conoscenza. "I caregivers devono dare il massimo per stare vicini ai loro genitori e ai loro nonni perché sono fonte di saggezza - commenta Roberto Messina - e possono aiutarsi l’uno con l’altro sia in termini di salute, ma soprattutto in termini di scambio intergenerazionale”.
Cosa è cambiato in tempo di pandemia
“In questi ultimi due anni la solitudine legata all'emergenza Covid è diminuita negli anziani perché i parenti hanno preferito non partire”, aggiunge Messina, spiegando come la pandemia abbia inciso sulle condizioni di quanti solitamente restavano soli ed isolati più a lungo nei periodi estivi. C’è da dire però che persiste, su tutto il territorio Italiano, un grande numero di anziani (diversi milioni) che restano lontani dai parenti e dai caregivers a causa del luogo di residenza. E' il caso di tutti coloro che preferiscono abitare da soli nei centri rurali ed è proprio a questi che bisogna cercare di dare maggiore attenzione. Spesso è sufficiente anche solo una telefonata per ricordare loro le cose più essenziali: bere almeno 2 litri d’acqua al giorno anche se non si ha lo stimolo, a causa dei recettori della sete ormai spenti a causa dell'età, e aderire con costanza alle terapie prescritte dai medici.
Il decalogo: uno spunto valido per tutti
Ecco dunque il decalogo proposto da FederAnziani: non uscire nelle ore più calde, dalle 12.00 alle 17.00; bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, anche in assenza dello stimolo; alimentarsi in modo fresco e leggero; aprire le finestre al mattino presto e la notte, così da permettere il necessario ricambio d’aria; ripararsi dal sole con l'aiuto di abiti leggeri all'aperto, ma anche in casa, scegliendo tessuti adatti alla stagione; rinfrescarsi spesso; evitare di esporsi al calore e stare attenti anche a non modificare le terapie. Infine prediligere, per quanto possibile, vacanze in zone collinari che sono le più adatte a fuggire dall'afa delle città.
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