Conclusa la sorveglianza economica europea della Grecia
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Era l’autunno del 2009 quando i conti della Grecia cominciarono a scricchiolare. Di lì a poco il Paese ellenico si trovò ad un passo dal default, una situazione a cui non si riuscì a far fronte con un intervento immediato da parte di Bruxelles e che portò Atene e i greci ad affrontare non solo le difficoltà economiche del caso, ma anche una situazione di confusione politica. L’obiettivo del ripianamento del debito pubblico è costato anni e fatica alla Grecia con lo stretto controllo delle autorità comunitarie: il cosiddetto programma di sorveglianza rafforzata della Commissione Europea, che si è concluso oggi.
Una giornata storica
Le stesse autorità greche si rendono conto che da oggi si volta pagina. Dopo anni di duri compromessi, ha affermato il premier ellenico Kyiriakos Mitsotakis “il Paese può ora guardare a un orizzonte nuovo, più limpido, un orizzonte di sviluppo, unità e prosperità per tutti”. Il premier ha sottolineato che la Grecia ha vissuto anni dolorosi a causa di tasse elevatissime e tagli ai servizi pubblici. Da oggi, ha detto ancora, il Paese è più padrone delle sue scelte.
Il saluto delle autorità europee
In questa giornata sono arrivati alla Grecia le espressioni augurali di Bruxelles. Grazie alla determinazione e alla resilienza del suo popolo, il Paese può chiudere questo capitolo e guardare al futuro con fiducia. L'UE sarà sempre al suo fianco". Lo ha annunciato sul suo profilo twitter la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Stesso tenore nelle affermazioni del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, che ha parlato di “un successo dovuto all'impegno del popolo e delle autorità greche unito alla solidarietà europea”.
Ue: il dopo Grecia
La società greca ha subito gravi conseguenze da questa crisi. Si sono acuite le differenze sociali tra una minoranza imprenditoriale, che è riuscita ad evitare di sottostare alle misure adottate, e una maggioranza, soprattutto dipendenti pubblici, che ha visto fortemente ridotto il valore dei propri stipendi. Lo afferma, l’economista Francesco Carlà, presidente di Finanza World che ci aiuta a guardare al periodo trascorso e al significato per tutto il Vecchio continente.
La crisi greca - afferma Carlà – ha inoltre significato per l’Europa una sorta di spartiacque. Si è vista l’inconsistenza di certi obblighi che i Paesi membri dovevano rispettare, così come il rapporto tra deficit e Prodotto Interno Lordo. Il resto è praticamente storia di questi giorni – conclude – con i poderosi interventi varati da Bruxelles in occasione della pandemia di Covid-19 e della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina.
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