Le proteste in Sierra Leone contro il carovita, imposto il coprifuoco
Antonella Palermo - Città del Vaticano
L’ondata di rivolte in Sierra Leone contro il carovita, la crisi economica e l’impossibilità di scioperare iniziata nei giorni scorsi non accenna a diminuire. Il governo ha indetto un coprifuoco dalle 19 alle 7. Come riferisce l’organizzazione Emergency da Goderich, Freetown, capitale del Paese, da ieri, mercoledì 10 agosto, a oggi sono stati 14 i feriti negli scontri, di cui 2 deceduti.
Costo della vista aumentato del 40 percento
I disordini sono molto insoliti per la Sierra Leone, soprattutto nella capitale del Paese dell'Africa occidentale, Freetown. Nondimeno, negli ultimi anni, si sono registrate alcune alcune vittime, sebbene in proteste isolate in altre città. Adesso la rabbia dei cittadini, a lungo tenuta sotto controllo, è esplosa a fronte di un costo della vita che qui è aumentato di oltre il 40 percento negli ultimi mesi. Il caro vita riguarda il cibo, l'elettricità e il carburante. In Sierra Leone, secondo la Banca Mondiale, più della metà della popolazione, circa 8 milioni, vive al di sotto della soglia di povertà. Chi protesta chiede le dimissioni del presidente Julius Maada Bio, eletto nel 2018 e con ancora dieci mesi di mandato.
Il governo: non permettiamo alle persone di dividerci
In una trasmissione nazionale, il vicepresidente Mohamed Juldeh Jalloh ha definito i manifestanti antigovernativi "individui senza scrupoli” che hanno intrapreso una “protesta violenta e non autorizzata, la quale ha portato alla perdita di vite umane innocenti della Sierra Leone, compreso il personale di sicurezza". Ha aggiunto che alcuni edifici pubblici, comprese le stazioni di polizia, sono stati attaccati e bruciati. Il governo ha criticato gli organizzatori non identificati della protesta, avvertendo che il Paese ha già sofferto abbastanza a causa di oltre un decennio di guerra civile terminata nel 2002. "La Sierra Leone ne ha passate tante, quindi cambiamo la traiettoria e non permettiamo alle persone di dividerci", ha dichiarato Abdul Karim Will, portavoce dell'Ufficio per la Sicurezza Nazionale, all'emittente radiofonica nazionale.
Proteste concentrate al nord del Paese e in capitale
Sei gli agenti di polizia e almeno 21 i civili rimasti uccisi negli scontri di piazza. Il presidente Julius Maada Bio ha dichiarato la volontà di “indagate a fondo" su quanto sta accadendo. La folla lancia pietre e brucia pneumatici. Le proteste si sono concentrate a nord del Paese e nella capitale. Secondo i residenti, a Freetown sembrerebbe essere tornata una calma inquietante, mentre i negozi sono rimasti chiusi e la gente è rimasta in casa per paura di ulteriori disordini.
Emergency recupera cibo e posti letto ma i trasporti sono difficili
Anche una macchina di Emergency è rimasta coinvolta ieri in una rivolta popolare nella zona est della capitale con a bordo un autista e un medico dell’ong, entrambi sierraleonesi. Dopo aver accerchiato il veicolo, la folla ha colpito il medico con un bastone e accoltellato l’autista al braccio, dando in seguito l’auto alle fiamme. Il personale non ha riportato gravi conseguenze. Attualmente Emergency – che opera nel Paese dal 2002 - sta recuperando posti letto e facendo scorta di cibo e acqua per poter far fronte all’emergenza. “Nessuno – fa sapere l’Ong - si aspettava un’escalation così rapida e violenta degli scontri. Ora il problema, a causa della difficoltà di trasporti e connessione Internet, è far arrivare il personale in ospedale, o anche solo comunicarci”.
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