Le accuse di Taiwan: Pechino ha simulato attacchi contro l’isola
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Caccia e navi di Pechino in attività, simulando attacchi oltre la linea mediana dello stretto che divide Taiwan dalla Cina, è la denuncia di Taipei nel terzo giorno di esercitazioni militari cinesi su vasta scala condotte attorno all’isola, con la comunità internazionale, Stati Uniti in testa, che chiede ai cinesi di smorzare la tensione.
Il blocco della cooperazione Usa-Cina
Le imponenti manovre militari di Pechino segnano una delle reazioni cinesi alla visita della speaker della camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan, dopo l’altra decisione, annunciata ieri sempre da Pechino, di voler sospendere qualsiasi attività di dialogo con gli Stati Uniti su otto importanti dossier, tra i quali la cooperazione nella lotta ai cambiamenti climatici e gli incontri nel campo della Difesa.
Blinken, restano aperti canali con Pechino
La presidente, Tsai Ing-wen, definisce irresponsabili le manovre cinesi, con la promessa di difesa di libertà e democrazia dell’isola, considerata dalla Repubblica Popolare una provincia ribelle e alla quale Nancy Pelosi ha rinnovato il suo sostegno nel corso della sua visita in Giappone, sua ultima tappa del tour asiatico in Asia, mentre la Casa Bianca convocava l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti per protestare contro quelle che vengono considerate “irresponsabili” azioni militari della Cina nello stretto. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, assicura intanto che Washington, per evitare "errori di comunicazioni" e perché resti un "interesse costante", manterrà aperto il dialogo con la Cina.
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