Al banco insieme bambini ebrei di ieri e studenti di oggi
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Era solo l’inizio della peggiore pagina mai scritta nella storia d’Italia: il 5 settembre 1938 viene promulgato un decreto che di fatto vieta l’accesso alla scuola a tutti gli appartenenti alla comunità ebraica; quello che venne dopo, purtroppo, è storia. Oggi, per non dimenticare quanto accaduto, Rondine-Cittadella della Pace, in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha organizzato il singolare evento “La scuola restituita” in cui un gruppo di bambini di allora, sopravvissuti alla Shoah, riconquista quel banco che gli spettava di diritto, ma che gli venne strappato 84 anni fa.
“Sono un gruppo di ex bambini, oggi novantenni, pieni di gioia e di emozione per questo invito, che è una riammissione simbolica dopo una crudele esclusione, perché la scuola è e deve essere di tutti”, spiega il presidente e fondatore di Rondine, Franco Vaccari.
A lezione di inclusione, convivenza e pace
Questa volta, accanto agli ex bambini, una trentina di giovani appena giunti a Rondine per il loro primo giorno di scuola nell’ambito del progetto: “Quarto anno liceale d’eccellenza a Rondine”, un’eccezionale opportunità formativa che da sette anni porta diciassettenni selezionati da tutta Italia a frequentare la quarta superiore alla scuola della pace di Rondine. E per questo primo giorno di scuola trovano compagni di banco d’eccezione: “La grande differenza rispetto a quanto accaduto 84 anni fa nell’indifferenza generale, è che questi 30 studenti che siedono al fianco dei sopravvissuti alla Shoah non sono indifferenti, ma vivono la prossimità con loro”, aggiunge Vaccari.
La campanella, dunque, suona per tutti, studenti e testimoni che insieme seguono la lezione attiva del vicedirettore de La Repubblica, Francesco Bei, ma anche gli interventi del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e di Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Previsto anche un videomessaggio di Liliana Segre, amica di Rondine. “Si tratta di una prima lezione classica – prosegue il presidente – con un appello che amo definire ‘lungo’, in cui, cioè, non si chiede allo studente solo nome e cognome, ma anche da dove viene, cosa gli è successo, come sta, perché ha scelto questa scuola… è quello che ogni bravo insegnante dovrebbe fare il primo giorno di scuola”.
Nonni e nipoti a confronto, come dice Papa Francesco
Del confronto generazionale e dell’importanza di instaurare un dialogo prolifico tra nonni e nipoti parla spesso anche Papa Francesco: “Questa iniziativa si inserisce proprio nel solco di quanto affermato dal Santo Padre – continua Vaccari – nonni e anziani sono portatori di un patrimonio enorme di esperienze, in questo caso anche di sofferenza e resilienza”. Gli studenti, dunque, conosceranno “storie concrete che passano all’interno delle pieghe della Storia e che devono essere riconsegnate a chi, ascoltandole, la Storia potrà cambiarla”. Una relazione che torna a essere narrazione fertile, quindi, nel primo luogo – la scuola – dove nascono relazioni generative e dove la memoria può diventare patrimonio condiviso per costruire un futuro di pace.
Il “metodo” Rondine alla ricerca della pace
Fondata nel 1998, Rondine è un’organizzazione impegnata nella spinta alla riduzione dei conflitti nel mondo e nella trasformazione creativa dello scontro in incontro, attraverso un proprio metodo - noto oggi come metodo Rondine appunto – che con lo studentato internazionale World House, porta ogni anno, nello splendido borgo vicino Arezzo, giovani provenienti da fazioni opposte delle guerre in corso, ai quali offre due anni di formazione e convivenza con il proprio cosiddetto “nemico”. “Sono giovani tra i 22 e i 28 anni che non si rassegnano al concetto di ‘nemico’ – conclude Vaccari ripercorrendo il metodo – ma che, al contrario, voglio conoscerlo, capirlo, scoprire che è molto simile se non uguale a sé: solo così si può sanare quella frattura che porta a considerare gli altri ‘nemici’. Oggi due miliardi di giovani, circa, sono coinvolti in questa guerra a pezzi nel mondo, che si estende sempre di più. Quest’anno, infatti, a Rondine ci sono anche studenti ucraini accanto a studenti russi”. Un modello virtuoso che speriamo possa essere metafora e traino per le altre scuole d’Italia e del mondo.
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