Iran, dodicesima notte di proteste. Già 75 le vittime tra i manifestanti
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Nei pochi video che riescono ad uscire dall’Iran, nonostante i continui blackout di internet, e rilanciati da canali tv di opposizione o con sede all’estero, si vedono una donna senza velo che agita le braccia in aria nel quartiere Narmak di Teheran, come altre donne a Sanandaj, capitale della provincia nord-occidentale del Kurdistan, dove Mahsa è nata, mentre nel sud, a Shiraz, un uomo protesta contro i vertici della Repubblica islamica.
Più di 70 vittime e 1200 arresti ufficiali
Nonostante gli appelli internazionali ad interrompere l'uso della forza, il governo iraniano continua a usare il pugno duro contro i manifestanti, accusati di essere "rivoltosi" che "minano la sicurezza e la proprietà pubblica". Si è così arrivati a 75 vittime, secondo le organizzazioni umanitarie (poco più di 40 ammesse dal governo), e 1200 arresti ufficiali, di attiviste e attivisti, avvocati, e giornalisti. Sempre secondo la versione del governo iraniano, le proteste sono finite, ma "i media occidentali critici nei confronti dell'Iran continuano a parlare di un clima infiammato e si rivolgono a personalità note, perche' mantengano viva la protesta".
Arrestata anche la figlia dell'ex presidente Rafsanjani
Il ministro della Sanita' ha accusato i manifestanti di aver distrutto 72 ambulanze, che secondo l’opposizione sarebbero però usate per trasportare le forze di sicurezza. Arrestata anche la figlia dell'ex presidente iraniano Rafsanjani, Fazeh Hashemi, 69 anni, giornalista e attivista per i diritti umani. In un incontro durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite il segretario generale Guterres "ha sottolineato al presidente iraniano Raisi la necessita' di rispettare i diritti umani, compresa la liberta' di espressione, di riunione pacifica e di associazione". Ha anche chiesto un'"indagine rapida, imparziale ed efficace" sulla morte di Mahsa Amini.
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