In Iran uccisa la ragazza simbolo delle proteste, proseguono i disordini
Marco Guerra – Città del Vaticano
Una foto la ritrae con i suoi capelli biondi legati dietro la nuca prima di una manifestazione, così Hadith Najafi era diventata una delle icone delle proteste contro l'obbligo del volo. Ieri la ventenne è morta a Karaj dopo essere stata raggiunta da sei proiettili sparati dalla polizia, secondo la denuncia sui social di una giornalista iraniana.
41 vittime da inizio proteste
Najafi è una delle 41 vittime, tra manifestanti e forze dell’ordine, che si contano dall’inizio dei disordini, stando al bilancio delle autorità locali. Sono almeno 57 i morti invece per la Ong Iran Human Rights, che ha sede a Oslo. Quella passata è stata la decima notte segnata dalle forti proteste, innescate dall’uccisione in carcere di Mahsa Amini, arrestata perché indossava il Hijab in modo non corretto e torturata mentre era detenuta. Migliaia di persone sono di nuovo scese in strada in diverse località del Paese. Finora si contano anche 700 arresti e tra i quali anche quelli di 17 giornalisti.
Proteste in tutto il mondo
Proteste in solidarietà con le donne iraniane si sono svolte in molte capitali europee e a New York. A Parigi alcune centinaia di persone che cercavano di avvicinarsi all'ambasciata iraniana sono state respinte con gas lacrimogeni. Il governo iraniano continua ad accusare l'Occidente di fomentare i disordini mentre Il ministero degli Esteri ha convocato per oggi l'ambasciatore britannico.
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