Etiopia, il governo accetta i colloqui di pace dell’Unione Africana
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Non si conoscono né la data né il luogo dei negoziati, ma Addis Abeba ci sarà: il governo etiope ha risposto di sì all’invito ai colloqui di pace arrivato ieri dall’Unione Africana, specificando che i colloqui dovranno essere mediati esclusivamente dall’UA e svolgersi senza precondizioni. L’invito ai negoziati è arrivato attraverso una lettera firmata dal presidente dell’Unione in cui si afferma che i colloqui saranno “mirati a gettare le basi per una mediazione strutturata e sostenuta” tra le due parti verso “una risoluzione durevole del conflitto”.
Qualche settimana fa la ripresa degli scontri
Dopo cinque mesi di tregua umanitaria che aveva fatto ben sperare per la pace, il 24 agosto scorso sono ripresi i combattimenti tra l’esercito federale etiope, sostenuto dalle truppe della confinante Eritrea, e le forze ribelli della regione autonomista del nord. Gli scontri si sono poi propagati anche alle regioni limitrofe di Amara e Afar. Dall’inizio del conflitto, nel novembre 2020, nell’area coinvolta oltre 5 milioni di persone sono rimaste senza servizi di base come elettricità, telefono e internet e anche i farmaci scarseggiano, mentre si registrano circa due milioni di sfollati.
Liberi gli operatori dell’Onu bloccati nel Paese
Intanto le Nazioni Unite fanno sapere che i propri operatori, bloccati nel Tigray a causa della ripresa degli scontri oltre un mese fa, stanno finalmente riuscendo a uscire dal Paese sani e salvi. A renderlo noto è il vicesegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari e la coordinazione dei soccorsi di emergenza, Martin Griffiths, citato dalla Bbc. Dopo settimane di blocco degli spostamenti, infatti, seguite all’annuncio delle Nazioni Unite della sospensione degli aiuti alla regione tigrina a causa della ripresa del conflitto, gli operatori hanno potuto finalmente lasciare l’area in sicurezza.
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