Donne rurali, "coltivatrici di pace": il loro contributo è primario
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
Nella giornata che celebra le donne rurali di tutto il mondo, i dati forniti da Onu Italia fanno emergere il ruolo primario che occupano nell’economia globale. Le donne impegnate nel settore agricolo rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale mentre, nei Paesi in via di sviluppo, compongo circa il 43% della forza lavoro. Nonostante ciò, a molte di loro viene ancora negato l’accesso a servizi sanitari di base e all’istruzione. Un altro fattore discriminante per questa categoria riguarda le condizioni di lavoro particolarmente dure, a causa delle lunghe distanze da percorrere per il trasporto di acqua e strumenti di lavoro, che provoca un elevato indice di mortalità materna ed infantile.
Colmare il gap salariale con gli uomini
La presidente di “Donne in campo” Pina Terenzi, associazione che si occupa di dare voce alla comunità femminile impegnata nel settore primario, ha tracciato un bilancio sulla condizione delle donne rurali in Italia. “Auspichiamo una riabilitazione della figura femminile impegnata in lavori agricoli nella cultura collettiva. Dal punto di vista salariale c’è ancora un gap da colmare con i colleghi uomini”. Terenzi sottolinea come il lavoro nel settore primario sia spesso visto come un impiego da “secondi della lista”, mentre è invece necessario riqualificarlo come dignitoso al pari di qualsiasi altra professione. “Questo – puntualizza la presidente – si può ottenere attraverso retribuzioni più idonee rispetto al lavoro corrisposto”.
Innovazione e contatti con le aziende
Un dato rilevante, pubblicato da Unioncamere e ripreso da “Donne in campo” sul proprio sito, spiega come il 28,2% del totale delle imprese agricole italiane siano a conduzione femminile. Terenzi spiega come sia difficile fare previsioni per il futuro, ma si possa auspicare una crescita di questi numeri. “Le donne sono innovative e riescono a guardare sempre un pochino più in là, a tessere maggiori contatti con altre aziende. Tanto dipende dalle opportunità: senza di esse, non si riesce a fare nulla”. La presidente conclude con un pensiero che riprende l’invito ai giovani di Papa Francesco sull’essere artigiani della pace. “Mi piace pensare che, per quanto riguarda le donne rurali in Italia e nel mondo, si possa dire loro: siate coltivatrici di pace”.
Sistemi alimentari e dignità umana
Negli anni, anche Papa Francesco ha più volte sottolineato la centralità delle donne nell’agricoltura mondiale. In un tweet postato il 15 ottobre dell’anno scorso il Pontefice sottolineava come l’universo femminile abbia “molto da insegnarci su come lo sforzo e il sacrificio ci permettono di costruire reti che assicurino l’accesso agli alimenti, l’equa distribuzione dei beni e la possibilità che ogni essere umano realizzi le sue aspirazioni”. Sempre Papa Francesco, in occasione del “Food System Summit 2021” aveva rimarcato l’importanza di introdurre una “nuova mentalità” nel disegnare sistemi alimentari che “proteggano la Terra e mantengano al centro la dignità della persona umana”. In un messaggio all’allora direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, il Pontefice aveva definito “significativo” il contributo delle donne nell’attività agricola. Francesco aveva aggiunto come esse partecipino “a tutte le fasi della produzione alimentare, dalla semina fino al raccolto, alla gestione e alla cura del bestiame, e persino ai lavori più pesanti”.
Sicurezza alimentare e sradicamento della povertà
La Giornata internazionale delle donne rurali è stata introdotta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2007 con l’obiettivo di promuovere “il ruolo chiave delle donne rurali nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale”. La Giornata si inserisce in un programma di più ampio respiro che vede la celebrazione, nella stessa settimana, della Giornata mondiale dell’alimentazione, il 16 ottobre, e la Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà, il 17 ottobre. Le tre ricorrenze sono comprese nel progetto dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sostenuto dalle Nazioni Unite.
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