Iran, la Francia invita i suoi concittadini a lasciare il Paese
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Visti i rischi di detenzione arbitraria, i francesi di passaggio per l'Iran sono invitati a lasciare il Paese il prima possibile. È quanto suggerisce il ministero dell’Europa degli Affari Esteri francese in un aggiornamento dei consigli di viaggio sul proprio sito. Per qualsiasi visitatore francese - compresi i binazionali - sussiste l’alto pericolo di essere arrestato e sottoposto a un processo iniquo, indica il Quai d'Orsay, precisando che a rischiare sono anche i semplici turisti e che “in caso di arresto o detenzione, il rispetto dei diritti fondamentali e la sicurezza personale non sono garantiti”.
Il video di due francesi detenuti in Iran
La decisione del ministero degli Esteri è arrivata dopo che la televisione di Stato iraniana ha mostrato un video con i due francesi - Cecile Kohler, del sindacato francese degli insegnanti, e del suo compagno, Jacques Paris - detenuti nel Paese con l’accusa di creare disordini dopo l'arresto, nel maggio scorso, in un momento in cui la Repubblica islamica era teatro di manifestazioni di insegnanti che chiedevano riforme per un aumento dei loro stipendi e la liberazione di colleghi fermati durante precedenti proteste. Nel video, la donna si definisce "un agente del Dgse", l'intelligence di Parigi, ma le famiglie della coppia parlano di confessioni estorte sotto costrizione, "assurde" e "contrarie ai valori" dei due, privati, tra l’altro, di avvocati. “La Francia nega categoricamente queste false accuse” ha dichiarato il ministero degli Esteri, che chiede l'immediato rilascio dei connazionali detenuti arbitrariamente.
Il Canada annuncia restrizioni nei confronti dell’Iran
L'Iran ha ripetutamente parlato di forze esterne che alimenterebbero proteste e ha affermato che la scorsa settimana nove cittadini stranieri, da Francia, Germania, Italia, Polonia e Paesi Bassi, sono stati arrestati. Ieri, inoltre, le autorità iraniane hanno dichiarato che, secondo un referto medico, la morte di Mahsa Amini, la ventiduenne curda morta mentre era sotto custodia della polizia morale iraniana, sarebbe legata a malattie pregresse e non sarebbe stata causata da percosse. Intanto, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato che non potranno entrare nel Paese quanti fanno parte del comando del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, circa 10mila persone. Il capo del Governo ha spiegato che si applicheranno le norme più rigide delle leggi sull'immigrazione e sull'asilo e ha aggiunto che aumenterà anche il livello delle sanzioni contro la Repubblica islamica dell'Iran.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui