Dal gommone alla laurea, la storia di Abdoul
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Sorride sempre, Abdoul. Ha deciso di vivere la sua vita così, con il sorriso sulle labbra, dopo aver conosciuto tanta sofferenza. Sorride stringendo tra le mani il premio America Giovani per il talento universitario che gli consentirà di frequentare un master in Relazioni internazionali, fondamentale per lui che vuole diventare un diplomatico. “Il mio futuro non so come sarà, mi fa un po’ paura – confessa – ma penso e spero che sarà interessante, per ora è importante che la mia storia serva d’esempio a chi non pensa di poter studiare, perché invece può farlo, io ne sono la prova, e studiare è un’opportunità”.
Nel 2014 lo sbarco a Siracusa tra 200 migranti
E allora comincia dal passato, Abdoul, a raccontare la sua storia, che inizia in Costa d’Avorio, a Bouaké, da dove parte otto anni fa: “La vita nei luoghi dell’infanzia è bella, quando si è circondati dalla propria famiglia – ricorda – ma arrivano anche momenti in cui capisci di dover fare un passo avanti, e non è vigliaccheria”. Al contrario: è coraggio. Così Abdoul si avventura nel deserto libico, ed è proprio all’amico che in quell’inferno lo ha protetto, che gli ha salvato la vita rimettendoci la propria, che Abdoul dedica tutti i suoi traguardi: “Si chiamava Mamadou Sidibé, la dedica è per lui e per tutti coloro che non ce l’hanno fatta nella difficile impresa di attraversare la Libia e poi il Mediterraneo”.
“Quando capita l’occasione bisogna prenderla al volo”
È altalenante l’esperienza di accoglienza che Abdoul, rifugiato politico, vive in Italia. Dopo lo sbarco in Sicilia viene trasferito in Toscana e poi in Umbria, dove inizia a studiare da metalmeccanico, ma capisce presto che non è quella la sua strada. A un certo punto arriva a Roma e lavora come mediatore culturale per Medici Senza Frontiere. Grazie a questa esperienza conosce i Comboniani dell’Acse, che lo aiutano a proseguire gli studi sostenendolo con una borsa di studio che non era riuscito a ottenere. Da lì in poi ci sono lo studio, l’impegno e il sacrificio: “Ho colto un’occasione per sognare di vivere la vita che volevo – spiega - una vita che può diventare reale e che, oltre a migliorare la mia, spero possa migliorare anche quella degli altri”.
“Nessun diritto all’errore”
Avviato allo studio, Abdoul corre. Di più, vola. In un anno riesce a sostenere dieci esami, non solo i sei che sarebbero previsti dal piano di studi, così si laurea in anticipo. Questo il suo segreto su come è diventato uno degli studenti migliori del Paese: “Quando uno è consapevole delle proprie capacità e si ricorda da dove viene, non ha diritto all’errore”, dice, sempre sorridendo e stringendo tra le mani il suo premio.
L’Acse, la carezza dei Comboniani ai migranti
Un ottimo risultato, quello di Abdoul, che è stato possibile conseguire anche grazie all’Acse, l'Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi che da dieci anni a questa parte mette a disposizione annualmente 38 borse di studio da 900 euro per gli studenti universitari meritevoli. Per l’anno in corso, inoltre, è previsto anche il lancio del progetto “Adotta uno studente migrante”. Tra le altre iniziative dell’Associazione in favore dei migranti, ricordiamo a Roma i corsi di italiano e alfabetizzazione informatica, il sostegno attraverso pacchi alimentari e di vestiario, soprattutto i “pacchi di benvenuto” dedicati ai nuovi nati per i loro primi mille giorni di vita. Molto importanti anche lo sportello lavoro e il nuovo ambulatorio odontoiatrico gratuito, che funziona a pieno ritmo per le persone in difficoltà.
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