Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia, quanto futuro perdono i minori?
Roberta Barbi – Città del Vaticano
Ottantamila, un numero lungo da scrivere che, anche graficamente, dà un’idea di grande quantità. Ottantamila sono gli abitanti di molte province italiane, città importanti come Taranto o Como. Ottantamila sono anche gli studenti che lo scorso giugno sono stati respinti a causa delle troppe assenze, un dato allarmante che segna l’ultimo anno scolastico afflitto dal Covid e che è al centro dell’indagine "Quanto futuro perdiamo" di Demopolis e di Con i Bambini, sulla povertà educativa minorile e dul ruolo che hanno o che possono avere scuola e comunità, presentata in vista della Giornata internazionale dei diritti dei bambini. “In una Italia con pochi figli rileviamo che su 9 milioni e 400mila minori, circa un milione e 300mila vivono in condizione di povertà assoluta – chiarisce Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini – il dato è aumentato di un milione in circa 12 anni. Inoltre se a questo si aggiungono i 2 milioni e 300mila in povertà relativa, abbiamo in tutto un terzo della popolazione considerata in situazione di precarietà”.
Scuole vecchie e famiglie fragili
Strutture troppo vecchie e fatiscenti, carenza di attività di recupero per i ragazzi con maggiori difficoltà: questi sono i principali problemi della scuola italiana di oggi che si sommano ai già tristemente noti fenomeni di dispersione e di abbandono scolastico che ormai sono arrivati a percentuali ragguardevoli e che affondano le radici non solo in contesti di fragilità familiare, ma anche nell’inadeguatezza del sistema scolastico nel combattere queste fragilità. Cresce, però, contemporaneamente, la percezione corretta della popolazione su queste tematiche: “Non si tratta solo di povertà materiale - prosegue il presidente - ma di assenza di opportunità. Le nostre città, ad esempio, risultano poco verdi e poco attrezzate per le esigenze dei minori, bisogna recuperare l’importanza del ruolo che ha la comunità educativa del Paese, anche extrascolastica”.
Dipendenza dalla tecnologia e babygang
Tra le tematiche di rilievo affrontate c'è anche la crescente dipendenza dei giovanissimi da apparecchi elettronici quali telefonini e tablet, strumenti che, se durante la pandemia hanno costituito un’ancora di salvezza per la salvaguardia del rapporto con l’esterno, oggi sono diventati un pericoloso fattore di isolamento con conseguenze inevitabili anche sull’apprendimento. Altro dato preoccupante, l’incremento della violenza giovanile e il fenomeno emergente delle babygang. “C’è nella popolazione una paura crescente verso fenomeni di questo tipo, amplificata dai media e anche dall’osservazione della realtà circostante soprattutto in alcune zone difficili - aggiunge Rossi-Doria - su questa paura bisogna costruire pratiche vie d’uscita, per le quali ci vuole un pensiero congiunto e la collaborazione di tutto il mondo adulto”.
Povertà educativa e povertà economica
L’85% degli italiani è consapevole, oggi molto più di pochi anni fa, che la responsabilità della crescita dei minori ricade sull’intera comunità, che deve farsi comunità educante, così come è chiara la distinzione tra povertà educativa ed economica. “La povertà educativa contiene la povertà economica, che determina il mondo di possibilità in cui vive un minore - conclude il presidente di Con i Bambini - riguarda sicuramente la famiglia, ma è importante anche sapere cosa esprime il territorio, ad esempio se c’è una scuola a tempo pieno, se ci sono associazioni che prestano tablet per studiare, o che si occupano di organizzare gite, di proporre attività sportive o teatrali, o se c’è una biblioteca di quartie, perché viviamo in un’Italia sempre meno a misura di bambini e ragazzi”.
L’obiettivo è contrastare la povertà educativa minorile
Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce nel 2016 da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa), con governo e terzo settore, e sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con Il Sud che pubblica bandi e promuove progetti in tutta Italia.
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