La Comunità di Sant’Egidio: La solidarietà è un investimento necessario
Ilaria Sambucci – Città del Vaticano
La Comunità di Sant’Egidio ha presentato oggi a Roma la XXXIII edizione della cosiddetta “Guida Michelin dei poveri”, un volume che segnala i luoghi della capitale in cui le persone più bisognose possono trovare ristoro: 33 mense di cui 29 totalmente gratuite, 35 dormitori, 28 luoghi per lavarsi e 4 case di accoglienza per i malati e per le famiglie delle persone ricoverate in ospedale. Si tratta di una guida scritta a più mani, non solo dai volontari e dagli operatori di Sant’Egidio, ma anche da tante persone che ne usufruiscono e che segnalano quelli ritengono essere i luoghi migliori. È frutto di un lavoro comune – ha spiegato durante la conferenza il presidente della Comunità Marco Impagliazzo – per questo possiamo dire che la solidarietà è un investimento, perché questa guida non è scritta solo da chi aiuta, ma anche da chi è aiutato.
Il 10% della popolazione italiana non vive dignitosamente
Durante la presentazione si è parlato delle grandi conseguenze dell’emergenza pandemica a cui si sono aggiunte anche la crisi economica e la guerra in Ucraina, quest'ultima che ha portato ad un forte aumento dei costi del gas. Impagliazzo ha specificato che oggi la crisi tocca in particolar modo le famiglie monoreddito. Nessuna famiglia, ha precisato Impagliazzo, riesce a vivere dignitosamente con un solo reddito soprattutto senza casa di proprietà. Donne sole con bambini, persone anziane con pensioni basse e cittadini con lavoro precario rientrano tra le categorie maggiormente colpite dalla crisi. “L’Istat - ha spiegato il presidente a Radio Vaticana-Vatican News - certifica che ci sono 5milioni e 600mila persone sotto quella soglia che gli esperti indicano come necessaria per vivere in un modo degno. All’incirca il 10% della popolazione italiana non riesce a vivere dignitosamente”. Dietro a queste cifre così elevate, ricorda sempre Sant'Egidio, ci sono volti, persone e storie, e non solo numeri. Ascoltare le esigenze delle persone: è questo il messaggio che lancia la Comunità ed è anche quello che quotidianamente fanno i suoi volontari, tra questi anche persone che prima vivevano per strada e che ora impegnano il loro tempo a favore del prossimo. Grazie alla numerosa domanda di solidarietà, da inizio pandemia ad oggi sono stati distribuiti 600mila pacchi alimentari in tutta Italia, oltre 1 milione di pasti, di cui 500mila serviti nelle mense di Roma, Novara, Lucca, Genova e Frosinone e 650 pasti distribuiti nelle cene itineranti. Questi numeri mostrano il grande impegno dei volontari di Sant’Egidio, sempre pronti a dare una mano a tutti coloro che necessitano di un aiuto concreto. "Bisogna - ha avvertito il presidente - tirar fuori le persone dalla strada e farle vivere pienamente nella società con i propri diritti e la propria dignità".
Il Natale per tutti, l'importanza dell'inclusione
Nel 1982 la Comunità di Sant’Egidio ha intrapreso un’iniziativa molto importante ovvero “Il Natale per tutti”, un pranzo di Natale che ancora oggi viene organizzato. Inizialmente si svolgeva in piccoli gruppi nella basilica di Santa Maria in Trastevere, mentre nel 2021 è arrivato a contare addirittura 250mila persone nel mondo. ”È stata una giusta intuizione – ha proseguito Marco Impagliazzo – purtroppo ci sono migliaia di persone che non possono festeggiare il Natale, per questo lo chiamiamo: il Natale per tutti, perché tutti devono avere il diritto a celebrare questa festa”. A partecipare a quest’iniziativa sono infatti tutte quelle persone che non hanno una famiglia, le persone anziane e quelle che vivono per strada, ma anche gli operatori e i volontari della Comunità di Sant’Egidio. Papa Francesco, e prima ancora Papa Benedetto XVI, hanno riassunto il valore di questo pranzo con una frase emblematica: “Qui si confonde chi serve e chi è servito”. “È questo il verso senso della comunità che si crea attorno al pranzo di Natale”, è stata la conclusione di Impagliazzo, per il quale quello di quest’anno sarà un pranzo davvero speciale, non solo perché l’evento è arrivato al suo 40esimo anniversario, ma anche perché non si è mai interrotto, nemmeno durante l’emergenza pandemica. Questo perché la Comunità di Sant’Egidio non ha mai trascurato tutte quelle persone che vivono in difficoltà, al contrario gli ha sempre dato dignità e importanza.
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