Cop 15, a Montreal accordo per salvare le biodiversità
Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
Più di 190 Paesi hanno concordato ieri alla Cop 15 di Montreal, presieduta dalla Cina e svoltasi in Canada dopo i rinvii dovuti alla pandemia, una tabella di marcia che mira a proteggere il 30% del territorio del pianeta entro il 2030 e ad aumentare gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo per la salvaguardia della biodiversità fino a 30 miliardi di dollari all'anno. La tappa canadese, nei commenti degli esperti di clima e di ambiente, era considerata una sorta di ultima spiaggia per evitare di entrare in un tunnel senza ritorno senza frenare il progresso economico dei Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo.
Un serrato dibattito
La procedura per l’adozione dell’accordo ha richiesto una lunga maratona notturna che ha posto fine a quattro anni di difficili negoziati che hanno visto contrapposti i Paesi industrialmente più sviluppati e quelli del sud del mondo. Al di là dei tempi reali di attuazione, si tratta di un passo decisivo per la salvezza di tutte le forme di vita sulla Terra e per la protezione del pianeta. Un passo che tuttavia non ha evitato il duro confronto soprattutto con i Paesi africani che hanno criticato i criteri di distribuzione dei fondi. L’obiettivo dell’accordo comunque è quello di ripristinare entro il 2030 il 30 % delle aree marine e terrestri degradate e riconoscere i diritti dei popoli indigeni.
I commenti delle isituzioni
"È un patto di pace con la natura", ha commentato l'accordo il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Per la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, "il mondo ha concordato obiettivi di protezione e ripristino della natura senza precedenti e misurabili".
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