L'appello delle donne ucraine per la liberazione dei prigionieri di guerra
Luca Collodi – Città del Vaticano
Rappresentanti di associazioni ucraine per la liberazione dei prigionieri di guerra hanno partecipato ieri all’udienza generale in Aula Nervi e si sono intrattenute con il Papa. Sono donne, madri, mogli, sorelle che chiedono alla Chiesa e alle Organizzazioni internazionali di mediare per la liberazione dei propri parenti e amici in mano alle forze armate russe. Secondo stime delle stesse associazioni, sarebbero 15mila i prigionieri detenuti nelle Repubbliche filorusse, in territorio ucraino o nelle carceri della Federazione russa, dei quali si è persa ogni traccia e contatto. Di questi 1.300 sono stati liberati dai russi. “Ci rivolgiamo alle Organizzazioni internazionali come l'Onu e la Croce Rossa - spiega Viktoria, una delle donne impegnate nella ricerca dei prigionieri di guerra - chiedendo loro di agire, come anche agli ambasciatori, per esempio, della Turchia”.
Le Organizzazioni internazionali
"Ci rivolgiamo alle Organizzazioni non governative, alla Chiesa ucraina. Tanti militari ucraini vengono lasciati al freddo e spesso senza cibo - continua Viktoria -. Molti soldati ucraini sono stati infatti presi prigionieri in estate ed è impossibile fornire loro vestiti caldi invernali. Tanti, inoltre, hanno bisogno di prendere medicinali ogni giorno per curare varie malattie e questo rischia di non avvenire. Tutti dobbiamo fare pressioni a livello internazionale perché si possa agire nel rispetto del diritto internazionale, per capire dove i prigionieri ucraini sono detenuti, quali sono le loro condizioni fisiche e perché le famiglie possano entrare in contatto diretto con loro. Noi siamo fiduciose perché percepiamo il supporto di tutto il mondo".
L’appello
Su 15mila prigionieri, ad oggi, la Russia ha liberato, scambiandole, 1.300 persone. "Purtroppo vediamo che la situazione si è fermata dopo un periodo di contatti e trattative tra il governo ucraino e quello russo che si parlavano attraverso mediatori - prosegue Viktoria -. Chiediamo di riprendere questo processo negoziale e per questo speriamo nel sostegno delle Organizzazioni internazionali, che potrebbero però fare di più rispetto alla situazione attuale. Vediamo che anche il nostro governo ucraino sta facendo molto, però tutto è fermo da diverso tempo".
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