Unione Europea: gas a 180 euro, proteste dalla Russia
Stefano Leszczynski - Città del Vaticano
L’Europa ha trovato l’accordo sul tetto al prezzo del gas dopo una trattativa estenuante andata avanti per mesi. A far incassare il sostegno decisivo della Germania sono state una serie di clausole e garanzie che hanno reso il tetto al prezzo del gas ‘dinamico’. In sostanza, le misure che fanno scattare il price cap saranno legate al raggiungimento della quota di 180 euro a megawattora con una differenza di almeno 35 euro oltre il prezzo medio del gas naturale.
Una decisione non unanime
Il Consiglio Energia dell’Ue ha anche stabilito che il meccanismo del price cap potrà essere disattivato in caso di "rischi per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, la stabilità finanziaria, o rischi di aumento della domanda di gas”. Un compromesso che ha convinto la Germania, ma non è stato sufficiente per l'Ungheria, che aveva già dichiarato un voto contrario "in ogni caso". Hanno optato per l'astensione, invece, l'Austria e i Paesi Bassi.
Le reazioni russe
Immediata la reazione del Cremlino che ha annunciato ritorsioni, ritenendo inaccettabile qualsiasi intervento sul mercato del gas. Intanto, il prezzo del gas ha chiuso in calo le contrattazioni in Europa, attestandosi poco al di sotto di 107 euro al megawattora.
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