“Unbroken”, il progetto per la riabilitazione dei feriti della guerra in Ucraina
Luca Collodi e Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Una croce con schegge di metallo. È il dono che la delegazione proveniente dall’Ucraina ha fatto al Papa al termine dell’udienza generale. Una croce che ha una storia particolare – così ha spiegato il sindaco di Leopoli Andriy Sadovyy ai microfoni della Radio Vaticana – perché la scheggia incastonata è quella che ha colpito Anastasia, una ragazzina di 13 anni fortunatamente salvata dai medici. “Questa croce – sottolinea il sindaco – è un modo per mostrare al mondo cosa accade in Ucraina”. Papa Francesco l’ha benedetta ed ha ascoltato i dettagli dell’iniziativa “Unbroken”, un progetto nato nel maggiore ospedale della città, destinato ad aiutare le vittime della guerra.
La via per rinascere
“Unbroken”, letteralmente “integro”, è il nome dato all’iniziativa nata a Leopoli. Il medico Oleg Samcuck, intervenuto anche lui ai microfoni della Radio Vaticana, racconta che il progetto, sostenuto dalle autorità politiche e dal ministero della sanità, è mirato all’aiuto di civili, militari e bambini, colpiti dalle conseguenze della guerra. “Dall’inizio del conflitto – afferma - arrivano molti feriti ogni giorno, oltre il lavoro ordinario che facciamo in ospedale ci occupiamo di curare i traumi. Prima della guerra, nella nostra struttura si cercavano tecniche di cura avanzate, adesso lo scenario è cambiato, si è sviluppato il reparto della terapia intensiva e ad oggi l’ospedale è strapieno. C’è un 300% di interventi in più, duplicato il numero di pazienti che ricevono cure in ospedale, i medici e gli infermieri lavorano con un grande sovraccarico”. Il primo passo è quello di stabilizzare i pazienti che poi, grazie ad una collaborazione con gli Stati Uniti, vengono anche trasferiti lì per avere cure più specifiche. Questo passaggio implica il secondo ambito di intervento: la cura psicologica delle ferite di guerra e quindi il tentativo di gettare le basi per la ricostruzione della persona e del Paese.
Leopoli proiettata al domani
Il sindaco di Leopoli, Sadovyy, parlando della situazione attuale, ricorda che “durante questi 9 mesi di guerra c’erano 5 milioni di persone che hanno attraversato la città per spostarsi altrove. Oggi sono 150mila gli sfollati interni”. Per il primo cittadino, sono 11mila i feriti che l’ospedale della città, dove è nato il progetto “Unbroken”, ha curato ma sono circa 5mila quelli che attendono di ricevere una protesi. Sadovyy annuncia l’intenzione di costruire una fabbrica per produrle e pertanto invita i Paesi e le organizzazioni internazionali ad investire nelle città ucraine liberate per riprendere a vivere.
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