Brasile, il cardinale Tempesta: scene di Brasilia deplorevoli, serve dialogo fraterno
Marco Guerra – Città del Vaticano
La polarizzazione politica che attanaglia il Brasile preoccupa la Chiesa locale che invoca la pace e chiede la cessazione delle violenze. Sull’assalto ai palazzi del potere a Brasilia interviene anche l’arcivescovo metropolita di Rio de Janeiro, cardinale Orani João Tempesta, il quale a Vatican News definisce le scene di ieri “deprorevoli” e fatto notare che queste hanno fatto emergere “le divisioni del Brasile”. Alla luce di questo il porporato ha invocato “unità e convergenza” per il popolo brasiliano, “abbiamo bisogno di un dialogo fraterno – ha proseguito – che rispetti le diversità culturali e religiose del Paese”. Infine, il cardinale Tempesta esorta la preghiera “per un dialogo per guardare al futuro e costruire un tempo di pace e prosperità per tutti”.
I vescovi: proteggere la democrazia
Anche la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB) ha rilanciato sul proprio sito una dichiarazione pubblicata ieri sul profilo Twitter in cui si dice perplessa per i gravi e violenti avvenimenti di Brasilia. La presidenza della CNBB chiede quindi serenità, pace e l'immediata cessazione degli attacchi criminali allo stato di diritto democratico. “Questi attacchi devono essere immediatamente contenuti e i loro organizzatori e partecipanti ritenuti responsabili nella misura massima consentita dalla legge. I cittadini e la democrazia devono essere protetti", si legge nel messaggio.
Lula riunisce i 27 governatori
E all’indomani dell’assalto dei sostenitori di Bolsonaro al parlamento Brasiliano e ai palazzi delle istituzioni a Brasilia si contano 400 arresti. Intanto la Corte suprema ha rimosso il governatore di Brasilia ed è stato ordinato alle piattaforme social di bloccare la propaganda dei dimostranti violenti. Nella notte poi i manifestanti hanno bloccato strade ed autostrade in almeno quattro stati del Paese. Oggi il presidente Lula insediatosi, dopo contestate elezioni, alla guida del Brasile lo scorso primo gennaio, terrà una riunione con i 27 governatori e il ministro della Giustizia.
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