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Calcio, il presidente della Lega Casini: la violenza si vince dalla scuola

Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ospite negli studi della Radio Vaticana. Una minitavola rotonda, alla quale ha preso parte Carlo Nesti, analista e scrittore. Tra i diversi temi toccati, anche la scomparsa di Gianluca Vialli: “Un modello di impegno e di vita, il suo ricordo rimarrà per sempre in tutti noi”

Giancarlo La Vella e Gianmarco Murroni -  Città del Vaticano

“Gianluca Vialli, oltre che è un giocatore, è stato un uomo di sport straordinario e per me, insieme con Baggio, rappresenta il calcio italiano. Io ero allo stadio nel settembre ‘93, quando si ruppe il piede stranamente battendo un rigore, e ricordo la delusione da tifoso nel non vederlo poi convocato per i mondiali degli Stati Uniti del ’94”. Il primo pensiero di Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A, è rivolto a Gianluca Vialli, nel giorno dei suoi funerali. “Come tutti hanno ricordato in queste ore, era un giocatore in grado di trascinare, non solo la squadra, ma anche i tifosi. Un modello di impegno e di vita, credo che il suo ricordo rimarrà per sempre in tutti noi”. Questo e tanti altri i temi trattati nel corso della partecipazione di Casini alla trasmissione Non solo sport della Radio Vaticana. Il presidente della Lega ha risposto alle domande, dialogando anche con Carlo Nesti, nota firma del giornalismo sportivo, analista e scrittore.

Ascolta l'intervista a Lorenzo Casini

Il ruolo della Lega

Il presidente Casini ha parlato del calcio di oggi e delle dinamiche, economiche e sociali, che si sviluppano attorno al pallone. Precisando, innanzitutto, il ruolo della Lega in questo contesto: “Innanzitutto va chiarito cos'è la Lega Serie A. Per moltissimi si fa confusione tra Lega e Federazione. Le Leghe in tutto il mondo sono quella associazione di squadre che organizzano il campionato e si preoccupano di gestire tutti i diritti collettivi del torneo a vantaggio delle società: dai diritti commerciali, ai diritti audiovisivi, che rappresentano in tutto il globo la principale entrata delle squadre di calcio e dei loro bilanci. C’è un rapporto molto stretto con la Federazione, come in tutto il mondo e addirittura l’esistenza delle Leghe nasce dalle regole Fifa, la Federazione Internazionale delle associazioni di calcio. Tra l’altro, Casini ricorda sempre che lo sport è uno degli esempi più interessanti di ordinamento giuridico alternativo a quello dello Stato, nel senso che ha le sue regole che addirittura nascono a livello globale. Con la Federazione, quindi, c'è un rapporto di delega in base allo statuto federale, così come avviene negli altri sistemi europei”.

Il presidente della Lega, Casini, alla Radio Vaticana
Il presidente della Lega, Casini, alla Radio Vaticana

I problemi del calcio

Casini si sofferma, poi, sui problemi del football moderno: “Il calcio è un percorso che svela virtù, ma anche problemi, perché, oltre che sport e spettacolo, è diventato anche industria. Questa evoluzione comincia in modo molto forte all'inizio degli anni ‘90 con la definizione dei diritti audiovisivi: è lì che inizia una trasformazione di come viene fruito e percepito il calcio. La mia generazione è cresciuta sognando di vedere un secondo tempo di una partita alla tv, alla sera in differita, ora invece tutto è trasmesso in diretta, tutto è reale. E lo vediamo anche nei bambini: a me oggi fa impressione vedere che quando i bambini giocano replicano movenze ed esultanze dei calciatori, mentre ai nostri tempi erano dinamiche sconosciute. Sicuramente il calcio è spettacolo, ma ciò apre il tema delle troppe partite: tutti i principali decisori, dalla Fifa alla Uefa, dalla Federazione Nazionale alle leghe, cercano di avere più partite da cui potrebbero arrivare maggiori introiti. Però è un cane che si morde la coda, perché, se aumentano le partite, poi diminuisce il divertimento e forse anche la qualità dello spettacolo peggiora”.

Il tifo violento

Casini propone anche una riflessione sulla violenza delle tifoserie, all’indomani degli scontri avvenuti lungo l’Autostrada A1, presso l’area di servizio di Badia al Pino, tra tifosi di Roma e Napoli o anche degli episodi di razzismo espressi dalle tifoserie sugli spalti. “Purtroppo è un tema antico. Dobbiamo però partire da una premessa, che, secondo me, deve portare tutte le istituzioni sportive e del governo ad aumentare ancora di più gli sforzi per prevenire e contrastare questi fenomeni: per l'interesse che suscita e per le passioni che scatena, il calcio è veramente una valvola di sfogo del dramma sociale, che consente alle persone di esternare anche quelle che non sono più passioni, ma diventano sentimenti negativi che andrebbero soltanto repressi o curati in altro modo. Questa premessa va assolutamente ricordata – afferma Casini – perché altrimenti si sottovaluta la dimensione del problema: un problema enorme su cui gli sforzi fatti sono tantissimi, ma vanno aumentati. Secondo me non è un problema di aumentare le sanzioni, ma è necessario applicare quelle che esistono: le persone che si comportano in modo negativo allo stadio non debbono poter entrare. Lo strumento esiste già, quindi il tema è identificarli il prima possibile. E qui la tecnologia può aiutarci: il riconoscimento facciale è uno strumento che può essere usato, per esempio, per consentire alle società di impedire che ci possano essere persone allo stadio che non vengono a vedere la partita, ma solo a replicare un certo tipo di comportamenti sbagliati. I progressi ci sono stati: il numero ridotto di violenze, il biglietto nominale, la lotta contro il bagarinaggio, ma non è abbastanza. Però non dobbiamo mai accontentarci, perché è una battaglia continua. Inoltre, non mi stancherò mai di dirlo, è dalla scuola che bisogna iniziare a formare culturalmente il tifo, a parlare di condivisione, di lotte contro qualsiasi forma di discriminazione: se non si comincia a scuola, poi è troppo tardi”.

L’importanza della formazione

Su quest’ultimo punto Casini è molto sensibile, sottolineando le riforme che la Lega sta portando avanti con i più giovani: “Una delle prime cose che ho notato è che la Lega non aveva un accordo con il Ministero dell'Istruzione e con le scuole: siamo riusciti, lo scorso luglio, a siglare un protocollo d'Intesa tra Lega Serie A, Ministero dell'Istruzione e Dipartimento per lo sport. Nell'ambito di questo protocollo verranno programmate una serie di iniziative, come il portare i calciatori nelle scuole per raccontare il loro percorso. Io sono fermamente convinto che il calcio deve essere veicolo di questo momento formativo, perché è talmente grande la forza che riesce a trasmettere nei più piccoli che attraverso il calcio loro possono imparare che cosa sono i sentimenti o il modo di relazionarsi con le altre persone. Questo è un obiettivo di tutto lo sport, ma del calcio in particolare: è veramente sbagliato e assurdo non utilizzare questa opportunità in senso positivo”.

Il caso Superlega

Infine, un passaggio sulla Superlega e le crepe che si sono create anche in serie A. Diverse società blasonate volevano lanciare l’idea di disputare un campionato europeo e questo ha fatto nascere delle conflittualità forti con la Uefa, la Lega e la Federazione: “Lo strappo, purtroppo, non è ancora ricucito, per diverse ragioni – sottolinea il presidente Casini: innanzitutto bisogna attendere la decisione della Corte di Giustizia Europea, per ora abbiamo preso visione delle conclusioni dell'avvocato generale che vanno verso una direzione, però, finché non arriva la sentenza, sicuramente la questione tende a restare aperta. Inoltre, i problemi che vengono denunciati sul perché questo movimento e questa idea è nata sono ancora in piedi e vanno affrontati tutti insieme.  Parliamo della moltiplicazione delle partite, che viene fatta da tutti i soggetti senza coordinamento, i calendari che si intrecciano, gli introiti che sono ripartiti in modo non sempre proporzionato tra le società. Sono tutti i temi che hanno spinto verso quell'iniziativa e rimangono attuali”.

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10 gennaio 2023, 11:55